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Piedimonte Matese / Dragoni – Caso Ottaviani, le 18 “debolezze” di Carini e Russo

Piedimonte Matese / Dragoni – La Procura della Repubblica non ha alcun dubbio sul fatto che Alfredo Carini e Cataldo Russo Antonio abbiano ucciso e successivamente fatto scomparire il corpo dell’imprenditore Alessandro Ottaviani. Secondo gli investigatori sarebbero 18 i punti critici mostrati dai due indagati. La Procura ritiene che numerosi siano gli elementi indiziari che consentono di affermare la sussistenza di un grave quadro indiziario a carico dei due indagati. Tuttavia manca la prova regina capace di inchiodare gli indagati alle proprie responsabilità, manca, soprattutto, il cadavere dell’imprenditore.
Gli investigatori partono dal presupposto che gli indagati hanno reso versioni dei fatti non costanti, in primis la menzogna dell’avvenuta consegna del danaro all’OTTAVIANI da parte del CARINI.
Alfredo Carini aveva riferito ad una donna con la quale aveva una relazione sentimentale all’epoca dei fatti, di aver ucciso almeno una persona ed occultato il suo corpo e, inoltre, disponeva di numerose armi, da fuoco e da taglio con le quali avrebbe potuto sopprimere Ottaviani.
Emerge con chiarezza che CARINI Alfredo sia stata l’ultima persona in compagnia della quale sia stato visto l’OTTAVIANI prima della sua scomparsa. E certo che CARINI Alfredo disponesse di un movente sia generico (attrito personale con la vittima) che specifico (lo sfratto per morosità); OTTAVIANI temeva di essere ucciso dal CARINI ed aveva rivelato la sua preoccupazione ai familiari. CARINI aveva confezionato un falso alibi, unitamente a RUSSO Cataldo Antonio, per coprire i suoi spostamenti nel periodo in cui era maturato l’omicidio e la eliminazione del cadavere.
CARINI, prima della scomparsa dell’imprenditore, aveva allertato un suo dipendente per rappresentargli il prossimo arrivo in giornata dei Carabinieri, così da agire indisturbato nello spostamento delle vetture ed evitare l’identificazione immediata di testimoni. CARINI aveva fatto sparire, il giorno successivo alla scomparsa dell’OTTAVIANI, almeno una vettura – verosimilmente quella utilizzata per l’occultamento del corpo. Queste sono solo alcuni dei punti di forza dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica. Tanti indizi, nessuna prova certa.

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