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CASERTA / TEANO – Camera di Commercio, Caldoro “riabilita” De Simone e la giunta. Puoti verso l’esecutivo


CASERTA – La firma apposta dal governatore Stefano Caldoro sul decreto che prende atto delle “nuove” designazioni delle organizzazioni del comparto agricolo chiude definitivamente la pagina dello scontro combattuto a colpi di carte bollate in seno alla Camera di commercio: da oggi (mercoledì), il consiglio dell’ente di via Roma torna ufficialmente in carica dopo la sospensione disposta lo scorso 23 maggio dal Tar Campania, che aveva accolto il ricorso proposto da Confagricoltura.  L’associazione presieduta da Raffaele Puoti, rimasta esclusa dalla composizione del nuovo consiglio camerale, si era rivolta ai giudici per chiedere l’annullamento parziale del decreto con il quale la Regione aveva istituito l’assemblea, in quanto “adottato sulla base di dati non corrispondenti alla reale dimensione del settore agricolo in provincia di Caserta”.  Secondo Confagricoltura, “il numero degli addetti definito in sede di istruttoria dalla Camera di commercio”, sulla scorta delle dichiarazioni fornite da Coldiretti e Cia, sarebbe stato “di gran lunga superiore a quello verificabile presso l’Inps, per l’anno 2011”. Una discrasia assai consistente, atteso che le due associazioni avevano dichiarato 38.242 addetti, mentre all’Inps ne risultano complessivamente solo 27.471. E “l’errata istruttoria” avrebbe inciso sul calcolo di rappresentatività, portando all’esclusione dell’Upa, a vantaggio di Coldiretti e Cia, che si erano apparentate. Per cui, con l’ordinanza del 23 maggio, i giudici della prima sezione del Tar – ravvisando il fumus boni iuris e gli estremi del danno grave ed irreparabile – avevano sospeso in via cautelare il presidente della Camera di commercio, Tommaso De Simone, la giunta e gli altri rappresentanti del comparto agricolo (Gianni Lisi, Salvatore Ciardiello e Daniela Mastrangelo), evidenziando che “l’accordo di apparentamento non può consentire una duplicazione del numero degli iscritti, laddove gli stessi siano collegati ad ambedue le associazioni apparentate”. Nel documento, inoltre, si ritrova anche una aperta censura nei confronti dell’operato della Camera di commercio, che “ha omesso di attivare i poteri di verifica della veridicità dei dati emersi dalle dichiarazioni sostitutive”.
Sin dal primo giorno De Simone ha provato ad arrivare ad una composizione bonaria della vertenza con Confagricoltura, avviando una lunga e paziente trattativa finalizzata ad individuare un punto di mediazione tra le aspirazioni dell’organizzazione, irremovibile nel rivendicare il riconoscimento formale dei propri diritti, che non suonasse come una “benevola” concessione, e nel contempo la necessità di scongiurare la prospettiva del commissariamento che – ope legis – avrebbe portato allo scioglimento entro 120 giorni del consiglio appena insediato. Alla fine, la mediazione ha avuto successo grazie soprattutto alle dimissioni del consigliere della Cia, Salvatore Ciardiello, e alla contestuale rinunzia all’apparentamento, che hanno consentito di trovare la quadratura del cerchio senza scoperchiare il vaso di Pandora delle verifiche e dei riconteggi. Preso atto dell’iniziativa di Ciardiello, con decreto dello scorso 22 giugno il dirigente del settore competente, Luciano Califano, ha rideterminato il grado di rappresentatività del comparto agricolo, attribuendo a Confagricoltura il posto rivendicato in Consiglio. Da lì il passaggio successivo, con le “nuove” designazioni ratificate oggi da Caldoro: relativamente nuove, visto che in realtà l’unico nome diverso è quello di Puoti, che subentra a Ciardiello. A quanto trapela, lo stesso Puoti dovrebbe accedere anche in giunta, nella casella che era occupata dalla Cia. (ilcasertano)

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