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foto di repertorio

SAN TAMMARO – Muore a quattro anni dopo una banale operazione, l’ipotesi del soffocamento

San Tammaro  (Maria Giovanna Pellegrino) – Potrebbe essere morto per soffocamento, come conseguenza di una emorragia, il piccolo Mauro, il bimbo di 4 anni deceduto lo scorso primo luglio dopo aver subito un intervento chirurgico per l’asportazione delle tonsilli e delle adenoidi. La verità arriverà tra poco dalla consulenza medico legale che è stata fatta fare dalla magistratura dopo aver aperto l’inchiesta per omicidio colposo. Per fare il punto della situazione i consulenti del pubblico ministero della Procura di Santa Maria Capua Vetere, la dottoressa De Ponte, e quelli delle parti in causa, i genitori della vittima, assistiti dall’avvocato Natalina Mastellone, e dell’unico indagato l’otorino Nicola Mirra, difeso dall’avvocato Antonio Mirra, sono stati chiamati in procura, per i primi di agosto, per fare il punto della situazione. I consulenti impegnati sono: il professore Motta, il medico legale dottor Landi, il dottor Giuseppe De Rosa ed il  medico legale per la procura il dottore Panarese.  In merito alla tragica vicenda l’avvocato Mastellone che assiste i genitori della vittima chiarisce che: “La morte di un bambino, che precisiamo essere sanissimo al di là del problema alle tonsilli che gli provocava, talvolta ,infiammazione con febbre, é qualcosa di tragico che investe particolarmente le coscienze. Per quanta tristezza e rabbia ci possa essere non bisogna comunque lasciarsi andare a prematuri verdetti di condanna. Siamo fiduciosi nell’accuratezza delle indagini condotte dalla dottoressa. De Ponte e nella professionalità, in primis, dei consulenti del Pm, coadiuvati dai periti di parte, per fare luce su un tristissimo evento a seguito di un intervento, considerato banale dai professionisti della materia, ma che per qualche ragione ignota é costato la vita al piccolo Mario di appena 4 anni”. La vicenda del piccolo Mauro è a dir poco raccapricciante, da fa venir la pelle d’oca. Durante l’autopsia i medici hanno riscontrato che il bambino aveva i polmoni pieni di sangue a seguito di una emorragia le cui cause stanno per essere accertate e depositate dai periti in tempi velocissimi, data la risonanza che ha avuto il caso. Durante l’intervento che il bambino aveva subito potrebbe essersi rotto un vaso sanguigno importante o addirittura il tappo che bloccava la ferita. I periti dovranno accertare se c’è stata imperizia medica o se l’emorragia sia stata causata da una fatalità indipendentemente dalla buona riuscita dell’intervento chirurgico. Sta di fatto che il bambino era sano e nessuna controindicazione vi era stata per evitare l’intervento. Mauro è stato operato la mattina dello scorso 27 giugno. presso la clinica del Sole a Caserta. L’indomani è stato dimesso dal dottor Mirra anche se il bambino presentava qualche decimo di febbre. Questi sintomi sembravano rientrare nella norma come conseguenza post operatoria che non avrebbero dovuto comportare alcun pericolo di vita. La mamma però si era già accorta che qualcosa non andava e aveva chiesto di restare ancora in ospedale. Per il medico non c’era alcuna necessità per trattenere ancora in degenza il piccolo paziente. Giunti a casa la situazione non migliorò. La signora si mise in contatto con il dottor Negro, collaboratore di Mirra, perché le condizioni di salute di suo figlio non miglioravano, anzi peggioravano e voleva riportarlo in ospedale. La donna venne  nuovamente tranquillizzata ed invitata ad attenersi alla terapia che era stata prescritta al bambino. Così la mamma ha continuato attenendosi ai consigli ricevutio dal medico, controllando anche se nell’urina del bambino vi potessero essere tracce di sangue che non apparivano. Tutto ciò fino a quando la mattina del primo luglio il bambino si svegliò accusando un forte dolore alle orecchie poi fece due violenti colpi di tosse inondando il lettino di sangue. Presa dal panico la signora afferrò il figlio per una corsa disperata presso l’ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere. Durante il tragitto la donna si è vista morire il figlio tra le braccia. Mauro era cianotico. I medici del pronto soccorso tentarono di rianimarlo anche attraverso un massaggio cardiaco manuale ma nulla fu più possibile fare per strappare il piccolo dalla morte. La famiglia di Mauro da quel giorno è precipitata in un abisso di disperazione e la giustizia certo non potrà rendere loro il figlioletto perso per un episodio che potrebbe apparire di malasanità.

 

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