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CAPUA / CASERTA – Peculato, l’interrogatorio del presidente del consiglio regionale Paolo Romano

CAPUA / CASERTA  (Maria Giovanna Pellegrino) – Uso improprio dei fondi a disposizione dei gruppi consiliari della Regione Campania, si sono conclusi questa mattina gli interrogatori dei 53 consiglieri che si sono visti notificare un avviso di garanzia perché indagati per peculato. Negli uffici della Guardia di Finanza di Napoli, sezione Tributaria, una poltrona libera è stata lasciata proprio per Paolo Romano,  presidente del Consiglio il quale è stato invitato a fornire chiarimenti sull’uso delle somme percepite, che venivano corrisposte sotto la voce «funzionamento dei gruppi» e sarebbero pertanto dovute servire per scopi legati all’attività politica e istituzionale.  Il pidiellino, assistito dal suo legale di fiducia, l’avvocato Nicola Garofalo, documentazione alla mano, solo quella che è riuscita a recuperare, ha riferito di aver versato diverse somme di danaro che gli arrivavano sotto forma di rimborsi, sempre sul suo conto corrente personale. Poi parte all’attacco asserendo che egli, in virtù della Legge Regionale n. 6 del 1972, non era tenuto a rendicontare i soldi che gli arrivavano. Da qui l’inchiesta della magistratura.  A Paolo Romano viene contestato di aver impropriamente utilizzato una somma di ventimila euro, cifra accumulata nel corso della sua carriera politica in Regione dal 2010 fino al 2012.  Romano è stato pronto a fornire agli investigatori i dovuti chiarimenti sull’uso delle somme percepite. Questi soldi secondo quanto l’indagato ha riferito gli sono stati versati dal suo Capogruppo Martusciello con assegni mensili di circa 700/800 euro. Una cifra irrisoria se si tiene conto delle spese di rappresentanza sostenute. “E’ vero che ho avuto queste somme e che le ho versate sul mio conto personale ma sono sicuro, anzi certissimo, di averle utilizzate sempre in funzione del gruppo. Io ora però non sono in grado di specificare in che modo”. Difesa coerente e cristallina dopotutto l’onere della prova spetta all’accusa che in questo caso appare un po’ deficere, perché gli investigatori della Tributaria fino ad oggi non sono riusciti a stabilire attraverso una precisa tracciabilità, in che modo sono stati investiti i 20mila euro percepiti da Romano e se egli li abbia utilizzati per uso personale o se effettivamente per la vita politica. Dello stesso tenore sono stati anche tutti gli altri interrogatorio. Ora si attenderanno i riscontri sulla base di quanto dichiarato. A Romano come agli altri inquisiti dal pubblico ministero Giancarlo Novelli della procura Partenopea viene contestato il reato di peculato.  Per molti altri consiglieri che hanno percepito i rimborsi presentando ricevute la vicenda è più complicata poiché sulla scorta della perizia fatta fare dalla procura quelle ricevute o scontri altro non sono stati che delle «pezze d’appoggio» custodite dai capigruppo, le quali però sono apparse a parere del Pm assolutamente scollegate dall’attività istituzionale come le sigarette, tintura di capelli, pagamento della Tarsu e feste in  locali notturni.

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