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ESCLUSIVA / ROCCAROMANA – Armi clandestine, De Cesare: quell’arma non è mia. Il Giudice non gli crede

ESCLUSIVA / ROCCAROMANA – Armi clandestine Giovanni De Cesare si difende e afferma che quell’arma nascosta nella sua auto, parcheggiata in un terreno di sua proprietà, attiguo all’abitazione, non l’aveva messa lui e che chiunque, passando avrebbe potuto utilizzare quella vettura per nascondere l’arma. Una tesi che, probabilmente, sarà la stessa che l’indagato userà durante il processo. Il Gip, però, non ha creduto pienamente alla tesi dell’uomo. Infatti, pur scarcerando l’indagato, il giudice ha ritenuto improbabile che un estraneo avesse potuto utilizzare la vettura di De Cesare, come nascondiglio di un fucile a canne mozze. Sarà il processo quindi a fare piena luce sulla vicenda.

Le accuse della moglie e della figlia: La moglie e la figlia di Giovanni avrebbero denunciato ripetute prevaricazioni e minacce, le donne erano terrorizzate da quell’uomo e da quell’arma che teneva nascosta nella macchina. Più volte la figlia avrebbe visto quel fucile e lo avrebbe anche fotografato. Accuse che sarebbero state confermate anche dalla moglie di De Cesare.

Non può avvicinarsi alla figlia e alla moglie: Pur riottenendo la libertà, Giovanni De Cesare, non può  avvicinarsi – per ordine del giudice – alla casa e ai luoghi frequentati dalla moglie e dalla figlia. All’esito dell’udienza di convalida dell’arresto tenutasi in data odierna, il Giudice delle Indagini Preliminari di S.Maria C.V.,  ha disposto la scarcerazione del De Cesare Giovanni difeso dall’avv. Emilio Russo. Durante l’interrogatorio, l’arrestato ha risposto alle domande del Giudice ed ha negato di essere a conoscenza della presenza del fucile a canne mozze occultato nel cofano dell’autovettura a lui in uso. Il difensore ha sostenuto che il veicolo era in stato di abbandono e non funzionante e che si trovava ad oltre 100 metri dall’abitazione dell’indagato quindi anche terzi soggetti potevano nascondere l’arma rinvenuta.  In merito ai contestati maltrattamenti in famiglia, gli è stato ordinato di lasciare la propria abitazione e di non avvicinarsi alla moglie e alla figlia.

L’arresto: Aveva minacciato ripetutamente la moglie e la giovane figlia di morte. E’ stato arrestato questa mattina Giovanni De Cersare di Roccaromana, residente nella frazione  Statigliano. L’uomo, 51 anni, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Determinanti sarebbero state le denunce delle due vittime – Annunziatina (la moglie) e Antonella, la figlia – che dopo aver subito una serie infinite di abusi hanno trovato il coraggio di raccontare tutto alle forze dell’ordine. L’uomo – nella vita, dipendente della Ferrarelle di Riardo – è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Pietramelara, compentente per territorio. Il fermo, tuttavia, non è scattato per i maltrattamenti in famiglia, bensì per il possesso di armi clandestine e per aver  modificato le stesse. Infatti, i carabinieri pietramelaresi – guidati dal maresciallo Pasquale Mariano – durante la perquisizione dell’abitazione, hanno ritrovato un fucile calibro dodici, modificato per aumentarne la potenza devastatrice. L’arma era occultata nel vano motore di una vettura parcheggiata a pochi metri dalla casa di De Cesare. Ora il magistrato  ha disposto la nomina di un perito per stabilire la provenienza del fucile. Giovanni De Cesare oltre ad avere il vizio dell’alcol, oltre alle ripetute minacce contro la moglie e la figlia, oltre al possesso di armi clandestine (un fucile a canne mozze), praticava, probabilmente, anche il bracconaggio. Lo avrebbero scoperto i carabinieri che durante la perqusizione hanno rinvenuto – in un locale dell’abitazione – parti di un cinghiale da poco ucciso. Giovanni era un cacciatore e per questo deteneva armi regolarmente registrate. Anche queste sono state sequestrate dai carabinieri.

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