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Caserta/Mondragone – Politiche 2022, difficoltà in casa Pd e De Luca invia Zannini a far da stampella a Graziano. Converrà al mondragonese?

Caserta/Mondragone – Politiche 2022, De Luca ordina a Zannini di sostenere Graziano ma conviene al mondragonese far emergere un suo coetaneo? Il lungo elenco di nominati del sindaco di Caserta, Carlo Marino, a cui nelle prossime settimane sarà consegnata la designazione a componente del coordinamento del PD per la Campagna Elettorale e le Elezioni del 25 settembre prossimo, vede presente un Convitato di pietra, uno che non c’è ma c’è. Un convitato direttamente voluto dal presidente De Luca per sostenere la causa del capolista del listino proporzionale del partito voluto da Letta ma direttamente sponsorizzato da Piero De Luca. In altri termini è un passaggio di consegno da De Luca a Graziano anche se in circostanze politiche ed elettorali completamente diverse. La passata competizione vedeva candidati tutti i big del partito, oggi ci sono esordienti e scartine dopo rinunce eccellenti. L’obiettivo è far emergere quel resto minimo che l’atra volta premiò il virgulto di Salerno e che stavolta rischia di ripetere l’esperienza del Nemo Propheta in Patria. Ed ecco che da Napoli partono i bastimenti in soccorso anche se le acque cominciano ad essere agitate anche nel golfo antistante la meravigliosa Piazza della Libertà della città di Salerno. Chi chiamare al capezzale di Caserta? Ed ecco che il convitato di pietra prende forma e sostanza. Non riuscendo lui stesso ad essere candidato, ci ha provato con FDI, FI ed Azione, dopo aver immagazzinato tra le fila dei suoi amici tutti gli esponenti di destra che potevano essere inquadrati nello scenario vasto dell’area deluchiana, compare Giovanni Zannini che potrà essere la stampella di un PD senza vigore ne forze autonome. Giovanni da Mondragone dovrà far votare PD anche a chi della sinistra non ha voluto mai sentire neanche la declinazione verbale. Sarà lui chiamato a prendersi Graziano sotto il braccio e portare al Presidente De Luca il risultato utile. Ovvio Zannini malgrado la giovane età politica non è uno sprovveduto.  Oggi lui ragiona da leader territoriale, si fa i conti anagrafici su chi lo affianca o lo precede e difficilmente con i suoi 49 anni lascerà spazio ad un 51enne che in quanto ad astuzie, furbizie e bacchette politiche sta anni luce avanti anche al consigliere regionale supervotato. Converrà a Zannini in una prospettiva di centrodestra a cui mira (veramente già a fine 2019 si parlava di lui, nella parabola discendente pre-covid di De Luca come candidato con FI) favorire il quasi coetaneo Graziano? Manco a dire che questi potrà far crescere il suo consenso prossimo futuro, poiché, premesse le aree di partenza ed arrivo,  Zannini sa che tra Pina Picierno, Marco Villano, Carlo Marino, Alfonso Golia ed altri, Graziano ha già tutte le caselle di riconoscenza piene. Finirà quindi che il convitato di pietra in una dimensione di definizione opportunità, di spazi e di protagonismi venturi si agiterà il giusto necessario per non scontentare De Luca e lasciare che il destino in casa PD si compia. D’altronde in campagna elettorale contano gli endorsement ma fa bingo l’impegno diretto del candidato, la sua storia specchiata, il suo aver sudato le sette camice per il territorio, l’essersi donato ai sindaci e ai comuni del territorio con amore e dedizione. E queste premesse Zannini le sa, come le sanno molti del PD. Alla fine sarà lo stesso Marino a prendere atto di essere un inutile valore aggiunto.

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