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PIETRAMELARA – Torrente Pantani avvelenato, istituzioni e associazioni addormentate

PIETRAMELARA –  “L’inquinamento del torrente “Pantani” è divenuto oramai pesantissimo. Un corso d’acqua dove prima vivevano  pesci e uccelli acquatici si è trasformato, negli ultimi anni una autentica  fogna a cielo aperto. Chiediamo perciò aiuti alle istituzioni e alle autorità preposte per fermare questo scempio”. E’ questo il succo di una lettera che alcuni ambientaliste della zona inoltreranno nei prossimi giorni alla Procura della Repubblica  per denunciare la grave situazione di inquinamento che investe la zona dei Pantani. Un torrente dove le decine di aziende agricole che insistono  scaricano quintali e quintali di liquami; così come alcune industrie sversano i propri scarichi senza alcun controllo. Spesso il torrente diventa bianco come il latte, altre volte melmoso e maleodorante. In diverse occasioni gli ambientalisti hanno richiesto l’intervento delle autorità senza che però riuscire a cambiare l’andazzo della situazione. Tutto ciò, evidentemente, non è bastato a cambiare un “modus operandi” di chi opera  danneggiando e inquinando il territorio circostante. Così, nell’indifferenza generale delle istituzioni locali, le quali, dovrebbero essere le prime interessate a difendere il territorio e salvaguardare la salute di tutti i propri cittadini, continua l’inquinamento del Rio “Pantani”.  Un piccolo corso d’acqua, trasformato, ormai, in un velenoso rigagnolo capace di trasportare nel vicino fiume Volturno, dove sfocia, ogni sorta di veleno. “Chiediamo intereventi seri – si legge nel  documento – capaci di mettere fine ad una situazione che si protrae ormai da molto tempo. Le sostanze inquinate scaricate in quel torrente – concludono gli ambientalisti – rappresentano un grave pericolo per la salute di tutti noi.”  La pseranza è tutta riposta in un deciso e sinergico intervento del Corpo Forestale dello Stato e dei Carabinieri della locale stazione. Solo in tal modo si potrà sperare di porre fine ad un inquinamento costante.

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