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La famiglia Mottola ascolta la sentenza del giudice

Teano / Arce – Delitto Mollicone, la coraggiosa sentenza dei giudici di Cassino

Teano / Arce – “Oggi è uscita fuori la verità, lo abbiamo sempre detto che eravamo innocenti“. Così Franco e Marco Mottola, accusati dell’omicidio di Serena Mollicone, hanno commentato a caldo la decisione della Corte d’Assise di Cassino che li ha assolti assieme alla madre Anna Maria. Serviva tanto coraggio e tanta determinazione per poter emettere una sentenza senza essere condizionati dalla fortissima pressione dei media e da quella popolare. Prima dell’inizio del processo c’è stata addirittura una manifestazione di protesta, organizzata dagli amici e da alcuni parenti della sfortunata Serena Mollicone, per le strade di Cassino. Chiedeva “giustizia”. Come se la giustizia fosse un qualcosa da assicurare a furor di popolo. La giustizia dei Tribunali, per fortuna, si snoda lungo un percorso ben preciso e la decisione dei giudici su prove certe. Prove che nel processo nato dal delitto della 18enne di Arce, non ci sono mai state.
I giudici di Cassino hanno assolti tutti i cinque gli imputati per l’omicidio di Serena Mollicone. I giudici, dopo circa dieci ore di camera di consiglio hanno fatto cadere le accuse per Marco Mottola, il padre Franco, ex comandante dei carabinieri di Arce e la moglie Anna Maria. I tre erano accusati dell’omicidio di Serena Mollicone, avvenuta nel paese in provincia di Frosinone nel giugno del 2001. Assolti anche Vincenzo Quatrale, all’epoca vice maresciallo e accusato di concorso esterno in omicidio, e l’appuntato dei carabinieri Francesco Suprano a cui era contestato il favoreggiamento.
Il contraddittorio tra le parti nel corso delle numerose udienze celebratesi davanti la Corte evidentemente ha convinto giudici circa la non colpevolezza degli imputati. Dopo la pronuncia fuori dal tribunale ci sono stati momenti di tensione con grida “assassini”. Marco Mottola, suo padre Franco e la madre Anna Maria erano accusati di concorso in omicidio della 18enne di Arce (Frosinone) trovata morta il 3 giugno 2001. Assoluzione anche per Vincenzo Quatrale, all’epoca vice maresciallo e accusato di concorso esterno in omicidio con pena richiesta di 15 anni, e per l’appuntato dei carabinieri Francesco Suprano a cui è contestato il favoreggiamento
Tutti assolti. Marco Mottola, suo padre Franco, ex comandante della caserma di Arce, e la madre Anna Maria non sono i colpevoli dell’omicidio di Serena Mollicone, la giovane del paese frusinate trovata morta il 3 giugno 2001 in un boschetto: lo ha stabilito la Corte d’Assise di Cassino. La Procura aveva chiesto una condanna a 24 anni per Marco Mottola, 30 per il padre Franco, e 21 anni per la madre Anna Maria. I tre erano accusati di concorso in omicidio. Assoluzione anche per Vincenzo Quatrale, all’epoca vice maresciallo e accusato di concorso esterno in omicidio con pena richiesta di 15 anni, e per l’appuntato dei carabinieri Francesco Suprano a cui è contestato il favoreggiamento.
Il processo era iniziato a vent’anni dall’omicidio. Secondo la ricostruzione dei pm Beatrice Siravo e Carmen Fusco, non accolta dai giudici, era stato Marco Mottola a sbattere la testa di Serena Mollicone contro una porta della caserma. La ragazza rimase ferita e si sarebbe potuta salvare, secondo quanto sosteneva l’accusa, ma poi venne soffocata dopo ore di agonia dal padre Franco. La madre Anna Maria, invece, nella tesi accusatoria si sarebbe occupata di preparare il cadavere prima di abbandonarlo, insieme a Franco Mottola, nel bosco di Anitrella. Quatrale – dicevano i pm – aveva invece sentito i rumori delle fasi dell’omicidio, ma non sarebbe intervenuto. Inoltre, rispondeva dell’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Suprano, invece, era accusato di favoreggiamento per aver occultato la porta ritenuta “l’arma” del delitto.

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