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Teano / Arce – Delitto Mollicone, la difesa di Mottola: ” Non ci sono riscontri nè prove, è un processo mediatico”

Teano / Arce – Sono parole pesanti quelle del legale di Marco Mottola, pronunciate durante l’arringa difensiva: “Non ci sono riscontri, è un processo mediatico. Su questo processo, da un lato, c’è un incalzante ed esasperante interesse mediatico insieme all’interesse della comunità di Arce e dall’altra quello che è stato provato e dimostrato su questo efferato delitto. C’è stato un frastuono mediatico eccessivo ma dobbiamo valutare solo quello che il processo ci ha detto e, in primis, per il rispetto della vittima”. Sono le parole dell’avvocato Piergiorgio Di Giuseppe, difensore di Marco Mottola, nel processo davanti alla Corte d’assise di Cassino. L’imputato è accusato di avere ucciso Serena Mollicone, la diciottenne di Arce morta nel giugno del 2001. Serena Mollicone scompare nel nulla il primo giugno 2001, due giorni dopo il cadavere viene ritrovato in un bosco. Per la morte di Serena gli imputati oggi sono cinque: l’ex comandante della caserma di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco, tutti e tre accusati di omicidio volontario ed occultamento di cadavere, e poi l’ex vice comandante della caserma, il luogotenente Vincenzo Quatrale, accusato di ‘istigazione al suicidio e concorso esterno morale in omicidio e l’appuntato dei carabinieri, Francesco Suprano che risponde di favoreggiamento. L’istigazione al suicidio è riferita alla morte del brigadiere Santino Tuzzi scomparso nell’aprile del 2008, tre giorni dopo aver riferito ai magistrati di aver visto Serena, la mattina del 1 giugno 2001, entrare nella caserma dei carabinieri di Arce. Lunedì replicheranno le parti e il 15 luglio è prevista la sentenza di primo grado.

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