Vairano Patenora / Caianello – Spedizione punitiva contro giovane, il coronavirus blocca il processo

Vairano Patenora / Caianello – E’ stata bloccata dalla positività al Covid19 di uno degli avvocati, l’ultima udienza del processo a carico di alcuni giovani vairanese coinvolti in una rissa con un loro coetaneo. Il giudice, preso atto del legittimo impedimento, ha rinviato l’udienza al prossimo autunno quando saranno ascoltati alcuni testimoni.

La vicenda:
Nel marzo del 2019 i militari della locale stazione diedero esecuzione ad un’ordinanza dispositiva di misura coercitiva dell’obbligo di presentazione quotidiano alla Polizia Giudiziaria, con divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi da essa frequentati, provvedimento emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Ufficio G.I.P., nei confronti di ALTERA Gaetano, classe ’99, VIVACE Giovanbattista, cl. ’99 e VALENTE Lucio, classe 2000. Gli indagati – secondo l’accusa mossa dalla Procura della Repubblica – sono ritenuti gravemente indiziati di concorso in violazione di domicilio aggravata, lesioni personali aggravate, minaccia aggravata, detenzione e porto illegale di strumenti da punta o taglio/oggetti atti ad offendere (nella specie due bastoni e una spranga di ferro), con l’aggravante di avere commesso il fatto per futili motivi, di aver determinato un minore di 18 anni a commettere il reato, fatto commesso da più persone riunite. Secondo un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – delegata a militari del Comando Stazione Carabinieri di Vairano Scalo (CE) -, sono coinvolti in un’aggressione consumata in Vairano Patenora, la sera del 24.1.2019, in danno di Masucci, il quale per futili motivi veniva aggredito con due bastoni e spranghe di ferro dagli indagati e da altre due persone minori degli anni 18. A seguito del violento pestaggio, consumato nell’appartamento in cui aveva in precedenza convissuto con la sua ex compagna, Masucci  subiva traumi contusivi al volto ed al capo, con prognosi provvisoria di 7 giorni, come da referto del pronto soccorso dell’ospedale di Piedimonte Matese dove si recava successivamente. Dalle indagini svolte emergeva che la persona offesa, al termine della relazione sentimentale intrattenuta per circa quattro anni con la sua ex compagna, si era recato nell’appartamento fino a pochi giorni prima occupato con la donna ed il figlio di entrambi, nell’intento di smontare e poi portare con sé i1 mobilio di sua proprietà: in tale contesto nasceva una discussione attinente la proprietà di alcuni beni ivi presenti.  Durante l’alterco la donna avvisava uno degli indagati, attuale compagno della stessa, il quale unitamente agli altri correi, preordinava l’irruzione nell’immobile a cui tutti facevano accesso forzando la porta d’ingresso e, una volta all’interno, colpivano violentemente con le armi in loro uso la vittima, oggetto inoltre di minacce di morte.