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Teano / Arce – Omicidio Mollicone, l’ex capo della Mobile sul banco dei testimoni: “poco o niente contro Marco Mottola”

Teano / Arce – Testimonianza importate, quella dell’ex capo della Squadra Mobile, nell’ambito del processo per l’omicidio di Serena Mollicone, avvenuto oltre 20 anni fa. Tatarelli ha raccontato i motivi per cui non si indagò a fondo sul figlio del maresciallo dei carabinieri, allora comandante della caserma di Arce. La pista investigativa relativa all’omicidio di Serena Mollicone che portava a Marco Mottola si fermò perché “per la Procura non c’erano sufficienti elementi investigativi”. E’ quanto ha dichiarato questa mattina in aula il questore Cristiano Tatarelli, nel 2001 capo della Squadra Mobile di Frosinone, sulle indagini svolte dalla Polizia di Stato sempre riguardo l’omicidio di Serena Mollicone e poi scaturite nell’ingiusto arresto del carrozziere di Rocca d’Arce, Carmine Belli. La testimonianza di Tatarelli è la conferma che Serena Mollicone ha bisogno di giustizia, non di teatrali processi basati sul nulla. Appare la conferma dell’assoluta mancanza di elementi certi per inchiodare uno degli imputati alle proprie eventuali responsabilità.
Sul banco degli imputati ci sono l’ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna Maria ed il figlio Marco: tutti e tre di Teano ed accusati di omicidio volontario ed occultamento di cadavere. Sotto processo anche l’ex vice comandante della caserma Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano imputati con reati minori.

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