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VAIRANO PATENORA – Casale Cantelmo e cambio di destinazione d’uso, ecco le ragioni del sindaco

VAIRANO PATENORA – Casale Cantelmo e cambio di destinazione d’uso, ecco le ragioni del primo cittadino vairanese – Bartolomeo Cantelmo – che interviene sulla polemica nata dalla pubblicazione di un articolo alcuni giorni fa. Ora, Cantelmo ha inteso fare chiarezza, affermando il proprio punto di vista. La replica di Bartolomeo Cantelmo  è stata pubblicata, nonostante offensiva nei confronti della nostra redazione, perchè non prescindiamo mai dal principio che tutti hanno il diritto di manifestare la propria opinione, anche quando la stessa contiene offese dirette a noi.

Il documento del sindaco: “ in riferimento a quanto falsamente riportato nell’articolo in oggetto, gravemente lesivo della mia reputazione e della mia figura di onesto cittadino, di stimato professionista nonché di onesto amministratore in quanto insinuante una gestione contra legem nella concessione del cambio di destinazione d’uso relativo al “Casale Cantelmo” volta ad ottenere “vantaggi” privati sfruttando la carica di primo cittadino, espongo quanto segue. Nell’articolo in questione leggo, nella premessa, che “a volte, fare il sindaco, anche in un momento di forte crisi come quello attuale, potrebbe presentare degli ottimi vantaggi. Soprattutto se hai uno stabile per il quale non riesci ad ottenere il cambio di destinazione d’uso. Capita che da privato cittadino il cambio di destinazione d’uso ti viene negato; poi, quando diventi sindaco, tutto fila liscio come l’olio. Potrebbe essere riassunta così la questione del Casale Cantelmo – struttura adibita a ristorazione nella prima periferia del centro Patenora – che coinvolge il primo cittadino Bartolomeo Cantelmo” . Poi nel ricapitolare i fatti viene riportato che “nel 2009, quando Cantelmo era un semplice cittadino, attraverso un tecnico di fiducia, inoltrò al comune di Vairano Patenora la richiesta per il cambio di destinazione d’uso della struttura evidenziando che nella stessa voleva svolgere la somministrazione di cibi e bevanda, quindi ristorazione. La richiesta, dopo la procedura istruttoria fu respinta perché il piano regolatore comunale non consentiva – e non consente tutt’ora – quel tipo di attività in quella zona. Area dove lo stesso Cantelmo aveva realizzato anche un grosso capannone industriale nel quale sono state insediate due attività: un supermercato e una palestra. Anche queste attività al dettaglio. Attività al dettaglio che le regole urbanistiche del comune, per quella zona, non prevedono”. L’articolo continua descrivendo ironicamente la mia vittoria alle elezioni comunali del Maggio 2012 e di conseguenza, l’autore collega tale risultato alla possibilità di ricavare un interesse privato nella gestione della pratica “Casale Cantelmo”. Orbene, quanto descritto in tale articolo, se è così che può essere definito secondo i canoni dell’etica e della professionalità di un giornalista, è totalmente falso e privo di qualsiasi fondamento. Infatti dagli atti ufficiali in mio possesso e legalmente depositati presso la Casa Comunale si evince che:
a seguito dell’istanza da me presentata in data 22/5/2009 (con in carica l’Amministrazione precedente) veniva rilasciata in data 8/9/2009 il permesso a costruire n. 37 dell’1/9/2009 per l’esecuzione dei lavori di “cambio di destinazione d’uso di parte del piano terra” (foglio 26, mappale 5205) del Casale Cantelmo (E, QUINDI, NULLA E’ STATO NEGATO COME RIPORTATO NELL’ARTICOLO!);
completati i lavori, presentavo istanza volta all’ottenimento del certificato di agibilità e abitabilità dei locali suddetti (foglio 26, mappale 5205 sub 3, p.t. cat. C2 classe 1 – laboratori artigianali e foglio 26, mappale 5205 sub 4, p.t. cat. C1 classe 3), che veniva rilasciato in data 2/11/2009 prot. n. 10402; tali locali venivano concessi dallo scrivente in fitto (regolarmente registrato) alla DN Catering s.n.c., (ex “caminetto”) che diveniva conduttrice dei locali predetti. La suddetta società, quindi, presentava la documentazione volta ad ottenere l’autorizzazione all’espletamento di attività di laboratorio gastronomico, catering e banqueting, per sua scelta commerciale; tengo, altresì, a precisare che non avevo né ho alcun rapporto con tale società se non il fitto del casale e che siamo ancora nel 2009, E NON ERO SINDACO!
da allora (2009) non ho presentato né ho avuto motivo di presentare alcuna richiesta al comune relativamente all’immobile; nel novembre 2012, poi, ho saputo che è stata presentata all’ufficio commercio, da parte della DN Catering, conduttrice e pertanto LEGITTIMATA a ciò, una comunicazione di inizio dell’attività di ristorazione (cd. Scia); l’ufficio del commercio (e non IL SINDACO) del Comune di Vairano Patenora, competente a decidere in merito, valutati i documenti allegati alla Scia, la ritenne idonea, NON CERTO PER UNA MIA INTERFERENZA; di conseguenza, NON VEDO come, da tale situazione, possa ricavarne un vantaggio illegittimo, in quanto SONO INDIFFERENTE ALL’ATTIVITA’ SVOLTA NEL MIO IMMOBILE. Una vale l’altra, in quanto il mio unico interesse è quello di ricevere, come da contratto, il (modesto) canone di locazione, che è sempre lo stesso, a prescindere dall’attività svolta all’interno dei miei locali da parte della DN Catering! (COSA C’ENTRA IL CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO TANTO CRITICATO NELL’ARTICOLO!?!?!?!?!) (COSA C’ENTRO IO CHE NON HO ALCUN RAPPORTO CON LA DN CATERING SE NON QUELLO DI LOCATORE E PERTANTO NON INTERESSATO ALL’ATTIVITA’ SVOLTA NELL’IMMOBILE?!?!?!?!) In riferimento alle altre attività della zona (come del resto quella del Casale), RICORDO CHE SONO STATE AUTORIZZATE NEL BIENNIO 2009 – 2011 (NON ERO SINDACO) OFFRENDO LA POSSIBILITA’ AGLI IMPREDITORI RESPONSABILI DI ASSICURARE LAVORO A CIRCA 18/20 PERSONE!!!!!! Ma vi è di più! Difatti, quanto riportato nell’articolo sembra essere un riassunto di una richiesta di accesso agli atti presentata al Comune da parte di una cittadina per mezzo del suo legale in data 18.6.2013, il quale, forse, accecato da un qualche risentimento nei confronti del sottoscritto, tenta in tutti i modi di creare un nocumento alla mia reputazione, al mio onore e decoro di onesto cittadino e di stimato professionista!!! Ebbene, forse il direttore, il responsabile di redazione e l’autore dell’articolo ignorano o fingono di ignorare i canoni etici del giornalismo e le conseguenze penali in cui possono incorrere nel caso in cui vengano riportate notizie (false!) con l’unico scopo di danneggiare la vittima. Forse ignorano che prima di pubblicare una notizia ne DEVE essere accertata la corrispondenza alla realtà, onde evitare di incorrere nel reato di diffamazione ex artt. 57 e 595 comma 2 c.p.”.

Una doverosa precisazione: La replica di Bartolomeo Cantelmo  è stata pubblicata, nonostante offensiva nei confronti della nostra redazione, perchè non prescindiamo mai dal principio che tutti hanno il diritto di manifestare la propria opinione, anche quando la stessa contiene offese dirette a noi. In ogni caso una curiosità ci “inquieta”: Perchè il sindaco nella sua certosina ricostruzione dei fatti omette di citare il documento 5327 del 30/04/2009 con il quale chiede il cambio di destinazione d’uso del locale in questione? Proprio da questo documento nasce l’articolo che ha turbato il sindaco vairanese. Noi per stuzzicare la fantasia popolare pubblichiamo solo la prima pagina di quell’atto e attendiamo che il sindaco chiarisca questo aspetto.



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9 commenti

  1. Non citato? Mah! Questo documento, ripeto, è l’istanza (prot. N. 5327) che ho presentato il 22/5/2009 (COME DETTO AL PRIMO PUNTO DELLA DESCRIZIONE DEI FATTI DI CUI SOPRA RIGO 23!) insieme ad altri documenti al comune per ottenere il permesso a costruire per il cambio destinazione d’uso…(OTTENUTO A SETTEMBRE 2009 da parte della PRECEDENTE AMMINISTRAZIONE).

  2. Un cambio di destinazione d’uso se legale non ha niente di raccapricciante. Bisogna capire se in zona D si può fare. Se si può fare nulla da eccepire, ma se non si può fare e si fa vi deve essere qualche motivo, altrimenti nessuno farebbe una cosa illegale per essere messo almeno alla gogna. Io penso che basta spiegare questo, e non serve arrivare davanti al giudice.

  3. cittadino 25enne

    Scusate l’ignoranza… ma oltre il numero di protocollo non dovrebbe esserci la data? Perché il dottore dice di averlo citato ma dice che l’ha presentato (e quindi protocollato) in data 22/05/2009 ma sul documento la data risale a quasi un mese prima ovvero 30/04/2009. Visto che sono un po ignorantello su queste cose.

  4. 30/4/2009 e’ la data di redazione dell’atto che è stato può protocollato il 22/5/2009 come sovente succede non vi è nulla di strano essendoci in protocollo dell’ente che fa fede fino a querela di falso

  5. il documento è una relazione, sicuramente redatta prima e poi presentata unitamente all’istanza ed alla restante documentazione

  6. Rita Levi Montalcini

    Caro cittadino 25enne “dall’alto della mia esperienza” (vista la mia eta’) voglio insegnarti che un progetto puo’ essere protocollato al Comune anche se redatto un anno prima, VALE LA DATA DI CONSEGNA AL PROTOCOLLO NON LA DATA DELLA REDAZIONE DEL PROGETTO (come leggi 30 aprile).
    Al di la’ di ogni disquisizione sulle date rimane il fatto che il Dott. Cantelmo, PRIMA CHE DIVENTASSE SINDACO, ha avuto REGOLARMENTE approvato il progetto ed il cambio di destinazione d’uso, e’ evidente ancora una volta la solita malafede di chi vuol vedere sempre il male nelle cose altrui e distogliere cosi l’attenzione dalle proprie malefatte!!!!!!!!!!

  7. Non è sufficiente neanche il permesso di costruire affinché il cambio di destinazione d’uso non costituisca lottizzazione abusiva, secondo l’art. 10 del d.p.r. 380/2001 che rinvia alla legge regionale n. 19 del 2001 e s.m.i., il cui art. 2, co. 1, lett. f, stabilisce che il cambio di destinazione d’uso funzionale deve essere conforme alla destinazione di zona.
    Nella specie, dunque, affinchè il Casale Cantelmo e le altre attività allocate nel capannone di recente costruzione potessero essere attività lecite c’era bisogno o di un nuovo PUC o di una variante al PRG vigente che destinasse la zona D anche come zona commerciale al dettaglio, non essendoci stato né l’uno (nuovo PUC) né l’altra (variante al vigente PRG), il cambio di destinazione d’uso é stato attuato illecitamente ed inficia il lotto E della lottizzazione “Limatelle” che diventa ABUSIVO!!!!

  8. cittadino 25enne

    si va bene… ma io intendevo, se questo è il documento protocollato come mai non c’è la data(di protocollo)? o questa è una copia in possesso di qualcuno e quindi senza protocollo originale? era questa la domanda, visto che sul documento pubblicato non c’è nessun riferimento al 22/05/2009. e visto che un protocollo deve avere per legge 4 elementi necessari: Progressivo, Data di presentazione, Mittente o destinatario e Regesto.

  9. Inoltre, a settembre 2009 la precedente amministrazione non ha rilasciato nessun permesso di costruire per cambio di destinazione d’uso, il permesso di costruire cui fa riferimento il Sindaco – n. 37 del 1/9/2009 – è stato rilasciato per l’attività di catering, ossia per la ESCLUSIVA preparazione di cibi da asportare, quindi, conforme alla destinazione di zona.
    Si ripete, solo a novembre 2012 con la Scia, sotto l’amministrazione Cantelmo, è stata avviata la illegale attività di ristorazione con la complicità della responsabile del servizio commercio che aveva il DOVERE di verificare, in concerto con il responsabile UTC, la conformità urbanistica che si andava ad avviare.
    Ed ancora, il Sindaco dice di “non sapere” (!?!), ma gli accatastamenti degli immobili difformemente alla destinazione di zona li ha dovuti fare necessariamente lui quale proprietario, quindi, sapeva eccome!!!!
    Ma, ripeto, è inutile parlare, su tutte queste cose indagherà la procura alla quale è già stato presentato dettagliato esposto denuncia cui seguirà ulteriore esposto-denuncia per rifiuto di atti d’ufficio (art. 328 c.p.) perché il tecnico comunale, con la controfirma del vice sindaco, anch’esso denunciato, ha negato l’accesso a documenti amministrativi pubblici.