Caserta / Salerno – Nelle prime ore di questa mattina (20 aprile) i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di 3 indagati emessa, su richiesta della locale Procura, dal G.I.P. del Tribunale di Salerno, Pietro Indinnimeo. Nel mirino degli inquirenti sono finiti Carmine Gallo, Giuseppe Vicidomini ed Orazio Russo, tutti riconducibili alla società “Cite”. Le fattispecie di reato contestate, bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (per le quali, giova evidenziare, vige la presunzione di innocenza, ex D.lgs. n. 188/2021, fino a sentenza definitiva di condanna passata in giudicato), attengono al fallimento di una società consortile a responsabilità limitata, operante nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani, con numerose commesse presso vari comuni delle province di Salerno e Caserta. In particolare, attraverso l’analisi e l’esame della documentazione contabile e dei bilanci della fallita, nonché all’esito di numerosi riscontri eseguiti presso i soggetti con cui erano stati intrattenuti rapporti commerciali nel corso degli anni, è stato possibile acclarare, secondo la prospettazione accusatoria, la consumazione di condotte penalmente rilevanti a carico degli amministratori succedutisi, nel tempo, nella direzione della richiamata società consortile. In relazione all’ipotesi di bancarotta documentale, gli indagati avrebbero tenuto i libri e le scritture contabili in modo tale da non permettere la ricostruzione del patrimonio della fallita, riportando nell’attivo dello stato patrimoniale numerosi crediti divenuti non più esigibili, omettendo una svalutazione degli stessi e ritardando, contestualmente, l’emersione del dissesto. Nello stesso ambito, sarebbero stati eseguiti pagamenti preferenziali a beneficio di creditori non privilegiati, in danno del restante ceto creditorio rappresentato prevalentemente da ex dipendenti e dall’erario, in un periodo in cui era già conclamato lo stato di insolvenza nonché atti fraudolenti, da parte di uno dei tre indagati, finalizzati ad impedire la procedura di riscossione coattiva ad opera dell’Agenzia delle Entrate. Con riferimento alla distrazione di beni, le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno permesso di non rilevare tra gli asset sui quali soddisfare le pretese creditorie sette autoarticolati, quattro autovetture (di cui una di lusso) e somme di denaro per un importo complessivo di 754.573,25 euro. I provvedimenti cautelari adottati attengono alla misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività di impresa e di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese per la durata, rispettivamente, di 12 mesi, 8 mesi e 6 mesi, nonché ad un sequestro preventivo, diretto e nella forma per equivalente, degli automezzi (tra cui anche un’autovettura di lusso) e delle somme di denaro fino a concorrenza della somma di 754.573,25 euro. L’operazione odierna, oltre a costituire un concreto esempio di attività a contrasto dei reati di natura economico-finanziaria, da parte della Guardia di Finanza e delle autorità preposte, persegue l’obiettivo di tutelare l’integrità del tessuto economico, con particolare riferimento all’affidamento delle parti sulla correttezza e lealtà nelle transazioni commerciali.
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