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a sx il vecchio simbolo del battaglione AZOV, a dx quello nuovo

LA SPORCA GUERRA – I feroci nazisti AZOV orgoglio di Zelensky, atrocità contro Ucraini filo Russi. Verità dimenticata dai media e le ragioni di Putin

(di Sandrino Luigi Marra) – Quando Putin parla di “de-nazificazione” l’Ucraina, sembra non avere tutti i torti, soprattutto se si considerano quelle formazioni di estrema destra che sono state protagoniste della vita politica dell’Ucraina dopo lo scioglimento dell’Urss. Uomini armati di tutto punto che incendiavano e uccidevano con in testa elmetti tedeschi della seconda guerra mondiale con tanto di svastica e simboli delle SS.  In particolare il battaglione Azov – oggi orgoglio del presidente dell’Ucraina del presidente Volodymyr Zelensky – si costituì nel 2014 a Mariupol come brigata paramilitare votata ad arginare l’espansione delle milizie indipendentiste filo-russe del Donbass, ma non era l’unica entità composta da volontari ucraini di chiara fede neonazista, in Donbass erano presenti anche molti altri gruppi tra cui i “Right Sector”.  Il Battaglione Azov durante il conflitto del 2014 si macchiò di stupri, saccheggi, torture ed esecuzioni sommarie tanto sui prigionieri quanto sui semplici cittadini russofoni delle città riconquistate da Kiev. Tali violenze riconosciute ed elencate in un rapporto OCSE del 2016, si uniscono ad una serie di report pubblicati dall’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, vi è stata anche una richiesta al governo ucraino (mai considerata), di Amnesty International di sciogliere il battaglione Azov.
Circa 2000 persone – animate da fanatismo neo nazista – colpevoli di gravissime atrocità formano il battaglione Azov; battaglione diventato – dal 2015 – parte effettiva della Guardia Nazionale Ucraina, da cui nasce poi un corpo di vigilanza civile “I reparti nazionali”, formato in buona parte dai suoi veterani, il quale negli anni successivi a seguito della fusione con altri due gruppi di militanti neonazisti tra cui figuravano i “Patrioti dell’Ucraina” (a cui si devono diverse aggressioni a studenti e immigrati nella città di Kharkiv), ha portato alla formazione della “Milizia Nazionale”. Dal 2015 il gruppo si è di fatto politicizzato, creando iniziative propagandistiche, tra le quali i campi estivi per bambini ed adolescenti dove si insegna l’uso delle armi ed un pensiero ideologico molto simile a quello dei suprematisti bianchi degli Stati Uniti.
Oggi nel pieno del conflitto partecipa attivamente e in modo agguerrito alla resistenza ma usa anche la rivendicazione identitaria quale mezzo di azione e giustificazione alla aggressività ed al nazionalismo usando come modello di riferimento i 30.000 volontari che costituirono la 14a Waffen-Grenadier-Division der SS (ukrainische Nr.1) o anche 14a Divisione Galicia delle Waffen SS. Ne usano anche  una parte del simbolo che in origine era composto da due rune germaniche, una Wolfsangel (trappola per lupo) che svetta sopra al sole nero (tanto caro a Himmler), entrambe avvolti dai colori giallo blu dell’Ucraina, mentre oggi rimane solo il Wolfsangel.
Il giornalismo è informazione e nel caos della guerra in Ucraina, così come in tanti altri conflitti è giusto e corretto fare chiarezza e comprendere chi siano i combattenti, senza dare ragione o torto poiché nei conflitti armati nessuno ha ragione e tutti hanno torto. Nei conflitti ci sono sempre stati corpi di volontari, spesso inquadrati in formazioni paramilitari che ne permettevano un miglior movimento sul terreno, una maggiore autonomia nelle operazioni, spesso adibite ad operazioni di guerriglia e controguerriglia, ad “operazioni speciali” che di fatto altro non sono che operazioni di pulizia etnica. Le Tigri di Arkan che operarono in Bosnia Herzegovina furono un esempio di fanatismo e crudeltà. Purtroppo quasi sempre tali volontari si distinguono per questo e fin troppe volte Amnesty International ne ha portato alla luce i crimini. Un conto è combattere un conto è combattere per fanatismo e nazionalismo. Ciò non significa che manchino tra i russi, il Battaglione Ceceno conosciuto come i terribili “Kadyrovtsy” non sono meno crudeli dei loro avversari dell’Azov  che prende origine da Andryi Biletski ex militare noto come “Fuhrer bianco”, per i suoi seguaci è il difensore della Arianità Ucraina, ed è stato anche capo di un gruppo di ultras della squadra di calcio Metalist Kharkiv, i “Setta 82”. In ciò ricorda Zeljko Raznatovich che fu capo degli Ultras della Stella Rossa di Belgrado e comandante dell’Unità Paramilitare Serba “Tigri di Arkan” macchiatesi di crimini di guerra in Bosnia.

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