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SOLIDARIETA’ A DUE FACCE – La guerra dimenticata dello Yemen: 10mila bambini morti

(di Sandrino Lugi Marra) – La guerra in Ucraina è solo una dei circa 59 conflitti attualmente attivi nel mondo intero. Alcuni dimenticati dai media, altri mai trattati a sufficienza. In molti casi è in atto un autentico sterminio nel silenzio assoluto e nell’indifferenza totale. Al 21 Marzo 2022 i conflitti in corso nel mondo sono 59 e di fatto vi è l’imbarazzo della scelta se così si può dire, a sceglierne qualcuno ove iniziare una sorta di inchiesta informativa. Ma scegliamone uno per iniziare: Yemen
Il conflitto nello Yemen di fatto inizia nel 2014 ed è frutto avvelenato delle primavere arabe che hanno avuto luogo nel 2011. Ad oggi il conflitto, che iniziato quale guerra civile e divenuta una sorta di guerra per procura tra Arabia Saudita ed Iran ha fatto ad oggi tra vittime dirette ed indirette 377.000 morti (155.000 negli scontri diretti, il restante per gli effetti secondari dovuti a mancanza di acqua e cibo e sviluppo di malattie connesse) 23.000.000 di persone non hanno più accesso a pasti nutrienti e di queste 10.000.000 sono sull’orlo della fame. 10.000 i bambini deceduti per motivi diretti legati agli scontri, e solo tra Gennaio 2020 e Maggio 2021, 2000 bambini sono stati uccisi nei combattimenti, arruolati dai ribelli Houtsi come soldati bambino e costretti loro malgrado a combattere. E da 7 anni quello che è divenuto il peggior conflitto e la peggiore crisi umanitaria del mondo con l’aggiunta della peggiore epidemia di colera oggi al mondo, è di fatto un conflitto dimenticato, di cui si parla molto poco ed in cui attraverso la vendita di ordigni (e non solo) all’Arabia Saudita è coinvolto anche il nostro paese il quale solo un anno fa ha deciso di vietare l’esportazione di missili e bombe di aereo verso tale paese. E per concludere il 60% delle 377.000 vittime citate sopra, sono bambini sotto i 5 anni, vittime secondarie del conflitto che non si vedono se non nelle stime e nei rapporti, e ancor meno in immagini e riprese. Quando finirà? Nessuno oggi è in grado di dirlo.
La guerra era, è e resta una eterna barbarie dell’essere umano. Motivi diversi, spesso o meglio sempre senza senso, spingono nazioni allo scontro armato, ma mentre in epoca napoleonica le battaglie vedevano lo scontro in campo aperto tra truppe contrapposte escludendo quasi completamente i civili, nella guerra contemporanea le prime vittime sono i civili. L’obiettivo è il terrore, la distruzione materiale, l’uso della violenza sistematica che giunge spesso al genocidio, dove l’età non fa alcuna differenza e dove l’orrore è una arma psicologica. Le guerre di invasione, civili, etniche, indipendentiste non hanno alcuna differenza se non il mero indicativo, per il resto sono solo morte e distruzione, che si protraggono oltre il conflitto stesso, a volte per decenni, con povertà, fame, malattie, carestie e centinaia di migliaia di morti secondari al conflitto stesso. I più fragili sono le prime vittime, donne e bambini il bersaglio perché con l’uccisione di questi si prova a demoralizzare l’avversario, a renderlo meno concentrato, più preoccupato per la sorte dei propri cari. Un combattente preoccupato è un combattente meno efficiente, meno concentrato, meno agguerrito. Ma bisogna fare una constatazione , sicuramente utopica, ovvero che una guerra Buona è una guerra che non si combatte. Ed una sola volta nella storia è stata realtà: la sesta crociata con Federico II di Svevia.

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