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CAMORRA E DIRITTI – Disoccupazione pensione sociale anche ai condannati per camorra (con pene alternative al carcere)

Disoccupazione, pensione sociale ed invalidità civile anche ai condannati per reati di camorra che stanno scontando una sentenza definitiva in un regime alternativo al carcere. Non solo. I detenuti dovranno ricevere anche gli arretrati. E’ quanto emerge da una circolare dell’Inps pubblicata sul portale dell’Istituto. Tra i regimi alternativi – su conforme parere del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e in assenza ad oggi di chiarimenti della giurisprudenza – sono inclusi l’affidamento in prova ma anche la detenzione domiciliare, compresa quella per i malati di Aids che intendono intraprendere un percorso di cura.  Le disposizioni, si apprende dalla circolare dell’Inps, sono retroattive e quindi i condannati per camorra non reclusi in carcere dovranno ricevere anche gli arretrati. Per le pensioni sociali è stata disposta, infatti, “l’erogazione della prestazione con decorrenza dalla data in cui è stata disposta dalla competente Autorità giudiziaria l’esecuzione della pena in regime alternativo alla detenzione in carcere”. Le invalidità civili, invece, “potranno essere ripristinate, con i relativi arretrati e nei limiti temporali del periodo trascorso in regime alternativo alla detenzione in carcere, nel caso in cui l’interessato presenti la relativa domanda di riesame”.
Per i giudici, infatti, “la revoca dei trattamenti assistenziali di cui alla disposizione oggetto di censura può concretamente comportare il rischio che il condannato ammesso a scontare la pena in regime di detenzione domiciliare o in altro regime alternativo alla detenzione in carcere, poiché non a carico dell’istituto carcerario, non disponga di sufficienti mezzi per la propria sussistenza. L’illegittimità della revoca, infatti, deriva dal pregiudizio al diritto all’assistenza per chi necessiti dei mezzi per sopravvivere, che deve essere comunque garantito a ciascun individuo, pur se colpevole di determinati reati”.

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