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MARZANO APPIO / VAIRANO PATENORA / CAIANELLO – Molestie sessuali su una bimba, arrestato professionista: vado in carcere ma sono innocente

MARZANO APPIO / VAIRANO PATENORA / CAIANELLO – E’ stato eseguito, nei giorni scorsi, dai carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca, l’arresto di un professionista di Caianello, riconosciuto definitivamente colpevole di abusi sessuali su una bimba. I carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca hanno eseguito l’ordine di carcerazione emessa dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere a seguito della decisione della Cassazione di confermare la sentenza di condanna emessa nel novembre del 2019 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e confermata lo scorso giugno dalla Corte d’Appello di Napoli.  “Vado in carcere, ma sono un uomo innocente. Mi sono affidato alla Giustizia, ma sono stato riconosciuto colpevole di un reato che non ho mai commesso”. Queste, in sostanze, le parole che Antonio Russo, professionista originario di Marzano Appio, avrebbe più volte ripetuto durante le operazioni di arresto e del suo trasferimento presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. La decisione della Cassazione, quindi, pone fine ad un travagliato processo, come testimoniato dal fatto che, nonostante la gravità delle accuse, non è stata mai emessa un’ordinanza di custodia cautelare preventiva, nè la Procura sammaritana ritenne di chiederla.  Antonio Russo è stato condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione, sensibilmente inferiore agli otto anni di reclusione richiesti dal Pubblico Ministero in primo grado. Confermate, inoltre, anche le statuizioni civili, tra cui il pagamento di una provvisionale di 15mila euro in favore delle parti civili, difese dall’avvocato Ernesto De Angelis.
Secondo l’accusa il professionista di Caianello avrebbe molestato sessualmente una bambina di appena cinque anni. La vittima sarebbe la figlia di una donna che curava le faccende nella casa del Russo che avrebbe indotto a compiere un atto sessuale mentre la madre, che si trovava anch’ella in casa, era intenta al disbrigo di faccende domestiche in cucina. Tanto sarebbe avvenuto il pomeriggio del 27 dicembre 2016. L’uomo ha sempre respinto con decisione ogni accusa, contestando di non aver molestato in alcun modo la bambina e la difesa nel corso del dibattimento, anche con l’ausilio di una perizia di parte, ha sostenuto l’inattendibilità dell’accusa non essendo stata sottoposta la minore ad una perizia psicologica che, attesa la tenera età, ne avesse verificato la capacità testimoniale. Si chiude così una brutta ed intricata vicenda che ha occupato ben tre gradi di giudizio prima che giungesse la parola fine da parte dei giudici di Piazza Cavour.

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