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Vairano Patenora – Truffe online, rubano il profilo Facebook di un noto professionista e fanno acquisti con la carta di credito

Vairano Patenora – Le uniche cose certe, finora, nell’intera vicenda sembrano essere il profilo facebook del professionista bloccato, una piccola spesa fatta utilizzando una sua carta di credito e la violazione del profilo social. Sono stati pubblicato, utilizzando il profilo della vittima, post che violano gli standard della comunità. Poi, chiaramente, c’è stata la denuncia fatta dalla vittima – un noto professionista residente nel territorio del comune di Vairano Patenora – presso la locale stazione dei carabinieri. Tutto è avvenuto qualche notte fa, quando sul telefono cellulare del professionista arriva un messaggio di allerta per un accesso sospetto al profilo fb. La vittima, però, non legge subito il messaggio, lo vedrà solo al mattino successivo, quando ormai è troppo tardi.

Cosa dice la legge:
L’autore del furto d’identità su facebook o su altri social rischia una condanna fino a 3 anni di reclusione. Con l’eccezionale espansione delle possibilità di accesso al web e di mezzi di comunicazione quali forum, blog, facebook, twitter e instagram si è diffuso in forma sempre più capillare, il fenomeno conosciuto con l’espressione «social network» (alla lettera «rete sociale»). Ricatti, molestie e persecuzioni di vario genere sono purtroppo all’ordine del giorno, per non palare dei messaggi diffamatori. Eppure tra i reati commessi sulla rete uno tra i più frequenti (e anche tra i più inquietanti) è il furto di identità. Un fenomeno ben più esteso di quanto si immagini, che oltre tutto è anche molto difficile da controllare, nonostante i social network impongano a tutti gli aderenti di sottoscrivere la «dichiarazione dei diritti e delle responsabilità» e forniscano una serie di raccomandazioni per la corretta conservazione delle credenziali di autenticazione che consentono l’accesso alla propria area personale. La creazione di un profilo che non corrisponda ai propri dati o peggio ancora che utilizzi in modo indebito il nome, i recapiti o le immagini di qualcun altro integra il reato di sostituzione di persona cui all’articolo 494 codice penale, sempre che l’azione abbia lo scopo di causare un danno ovvero di procacciare a sé stessi o ad altri un vantaggio ingiustificato (che non deve essere obbligatoriamente di tipo economico). Il reato è molto spesso ontologicamente connesso alla diffamazione a mezzo stampa e al sequestro dei dati informatici. La sostituzione di persona, pur essendo stata introdotta precedentemente all’avvento della rete telematica (e quindi non contenendo un riferimento specifico alla sostituzione di persona avvenuta su internet) è ritenuto dalla giurisprudenza applicabile al caso di specie. La vittima, vale a dire il titolare legittimo delle generalità utilizzate dal reo, è protetta anche dal codice della privacy, il cui art. 167 detta la regolamentazione in materia di trattamento illecito dei dati personali altrui. Le sanzioni previste possono variare da uno a tre anni di reclusione, a seconda delle conseguenze che la violazione ha comportato.

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