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Carinola – Finisce la storia d’amore, le denuncia: mi perseguita e mi picchia. Assolto 55enne

Carinola – Era finito sotto processo con l’accusa di stalking e lesioni. A denunciarlo fu la sua ex fidanzata. Nell’immediatezza dei fatti il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere emise anche una misura cautelare che impediva all’uomo di avvicinarsi alla parte offesa. Oggi, dopo la fase dibattimentale, il giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso la sentenza di primo grado. L’imputato, Franco Morcone di Carinola, difeso dall’avvocato Edoardo Razzino, è stato assolto perché il fatto non sussiste. Il giudice, quindi, ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Razzino che è riuscito a dimostrare l’estraneità dell’imputato rispetto ai fatti contestati. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a due anni di reclusione. Non sono state ritenute credibili, quindi, le accuse denunciate dalla parte offesa, Anna Maria, una 53enne di Carinola.

Le accuse:
Morcone era finito sotto processo perché accusato di aver violato l’art. 612 bis co. 1e 2 c.p. perché, non accettando la decisione dell’ex fidanzata di interrompere la loro relazione, con reiterate condotte di minaccia e molestia, cagionava alla donna un perdurante e grave stato di ansia e di paura, ingenerandole un fondato timore per l’incolumità propria al punto da costringerla, altresì, ad alterare le abitudini di vita per non essere perseguitata, a non uscire da sola, facendosi sempre accompagnare da amici, a guardarsi sempre intorno per il timore di essere seguita. In particolare, nel novembre 2019, dopo aver notato la presenza di due telefoni cellulari nella borsa di Anna Maria glieli strappava dalle mani con irruenza. In più occasioni, alle intenzioni della donna di porre fine alla loro relazione, la minacciava di morte dicendo “prendo il fucile e vengo a spararti”. In altre occasioni, secondo l’accusa si appostava nei pressi dell’abitazione della donna e nei luoghi dalla stessa frequentati, effettuando numerosi passaggi a bordo della propria motocicletta; in più occasioni la seguiva, si affiancava all’autovettura, la minacciava di morte. Il 15 maggio 2020, si impossessava del telefono cellulare dalla borsa, poi si avvicinava alla autovettura lato guida e dopo averlo restituito apriva lo sportello, la afferrava per il capo e la sbatteva contro il volante; dopo l’ennesima lite, la aggrediva con pugni e schiaffi sul volto. Questi, in sostanza gli episodi chiave denunciati dalla donna che sarebbero avvenuti nell’arco di tempo compreso fra novembre 2019 e settembre 2020. Accuse che il giudice ha ritenuto non credibili, probabilmente i fatti così come esposti dalla persona offesa non garantivano piena e certa riconducibilità delle presunte lesioni alle condotte violente attuate dall’imputato.

 

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