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Enzo Colucci, comandante Polizia Municipale

Teano / Marzano Appio –  Diffamò il comandante della Municiaple, commerciante condannato anche in Cassazione

Teano / Marzano Appio –  Diffamò l’allora comandante della polizia municipale, Enzo Colucci. Per questa ragione è finito sotto processo un noto commerciante teanese – Alessandro L. – che ha avuto anche un ruolo nell’associazione di categoria del paese. Sulla vicenda è arrivata la sentenza della Cassazione che ha confermato le sentenze precedenti che avevano imposto all’imputato il pagamento di una ammenda di 800 euro e al pagamento dei danni alla persona offesa che saranno quantificati in sede civile. I giudici della Cassazione sono stati chiari: “Il ricorso è assolutamente inammissibile per totale e irrimediabile genericità, perché prescinde da qualsiasi critica ragionata della sentenza impugnata e perché è totalmente infondato in fatto ed erroneo in diritto. L’assoluta inconsistenza degli argomenti difensivi – che costituiscono replica pedissequa di quelli già avanzati in appello e dal giudice d’appello adeguatamente vagliati e confutati – impone una fulminea considerazione delle doglianze contenute in ricorso ed i seguenti rilievi: la missiva  era indirizzata a più Autorità. Questo fatto spiega, già da solo, perché più persone abbiano avuto contezza delle propalazioni diffamatorie dell’imputato. La critica – per essere legittima – deve esercitarsi su fatti veri e specifici. Nella specie, le generiche accuse di “complicità” e “protezione” dei trasgressori, rivolte al comandante della Polizia Municipale, senza alcuna specificazione del fatto che si intendeva criticare, rimanda direttamente – come già rilevato in  sentenza all’ipotesi delittuosa contestata”.

I fatti

L’imputato, era finito sotto processo per aver diffamato l’allora comandante dei vigili urbani. Il 50enne aveva violato l‘articolo 595 del codice penale per aver, comunicato con più persone e offeso la reputazione di Enzo Bruno Colucci, Comandante della Polizia Municipale di Teano, attraverso uno scritto inviato per conoscenza, in forma priva di riservatezza, all’assessore al commercio, al sindaco ed ai responsabili dell’ufficio commercio e affari generali, e finanze del comune di Teano, recante le seguenti frasi :
“… come mai in questi 13 mesi lei essendo a conoscenza dei fatti, si è reso complice, proteggendo i trasgressori, complicità e protezione dovuta al fatto che in questi 13 mesi lei non ha fatto nulla affinchè questo non accadesse e che gli stessi nel frattempo hanno continuato indisturbati nella loro attività, abusando / violando, anche con la vostra presenza indifferente sul luogo, le norme del regolamento comunale. Ma il suo compito non è quello di far rispettare le regole e non quello di farle violare? Come mai anche dopo aver ricevuto l’incarico da parte del responsabile area affari generali ad oggi e a distanza di 26 giorni ha continuato a proteggere e coprire, senza nulla fare per evitarlo, questo abuso / violazione ed evasione che persiste nel tempo (circa 20 anni), oltretutto a sua conoscenza, contribuendo a produrre un danno erariale nei confronti del comune di Teano, danno che si aggira all’incirca a 69.120,00 euro.”
In sostanza l’imputato – Alessandro L. – accusava, nel documento inviato all’assessore ed ad alcuni uffici del municipio teanese, l’allora capo della polizia municipale di proteggere alcuni commercianti ambulanti, ritenuti abusivi. Accuse ritenute da Colucci (difeso dall’avvocato Marco Andrea Zarone) infondate e diffamatorie tanto che ha promosso l’azione penale per ottenere giustizia. Anche la Cassazione ha accolto la tesi del comandante Colucci

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