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foto di repertorio

CELLOLE – Rapinarono un immigrato: arrestati in 5, devono scontare pena definitiva

Cellole – Sono stati catturati e trasferiti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere cinque giovani riconosciuti colpevoli di rapina ai danni di un uomo, immigrato dalla Romania, al quale venne sottratto il portafoglio e la giacca durante la festa di carnevale. Dovranno scontare poco più di 3 anni di reclusione. Sentenza contro la quale i difensori hanno già annunciato ricorso in appello. Sono stati assolti, invece, dall’accusa di spaccio di droga.  Tutti fatti consumati nel territorio del comune di Cellole (CE) fra l’ottobre 2017 ed il febbraio 2018. I carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca, guidati dal capitano Russo, hanno trasferito in carcere BREGLIA SALVATORE, classe 1996; BENCIVENGA CRISTIAN, classe 1999; IMPERATORE COSIMO, classe 1996; AZZOUZ ROBERTO, classe 1994; DI TORA LUIGI classe 1993, tutti di Cellole.
Il 21 ottobre del 2017 in Cellole effettuavano un vero e proprio “raid punitivo”, introducendosi di notte nell’abitazione di un “cliente” che si era impossessato di 30 grammi di stupefacente e, sorpresolo nel sonno, lo percuotevano e minacciavano di morte, estorcendogli del denaro quale corrispettivo dello stupefacente sottratto.
Il 25/01/2018 ed il 25/02/2018 in Cellole, in due distinte occasioni, aggredivano due soggetti ritenuti concorrenti nell’illecita attività di spaccio, percuotendoli e causando loro lesioni personali;
Il 13/02/2018, nel corso dei festeggiamenti per il carnevale cellolese, onde dimostrare pubblicamente il loro ruolo sul territorio, aggredivano per futili motivi un operaio romeno, rapinandolo del portafogli e causandogli la frattura di un dito.
L’attività d’indagine, diretta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e svolta dai militari della Stazione Carabinieri di Cellole, permise di disarticolare un gruppo emergente nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti nel Comune di Cellole. Gli indagati, scriveva la Procura, agendo con particolare spregiudicatezza nonostante la giovane età, in un breve arco temporale avevano affermato il controllo – anche con comportamenti violenti – di una “piazza di spaccio”. Le indagini permettevano di documentare proprio le modalità con le quali i soggetti arrestati avevano assunto il controllo dell’attività di spaccio di stupefacenti; gli stessi infatti in una “escalation” di violenza che arrivava a turbare la cittadinanza.

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