foto di repertorio

Immigrazione, per il governo ci sono stranieri di serie A e quelli di serie B

(di Sandrino Luigi Marra)
Stranieri di serie A, stranieri di serie B, stranieri di serie Z. Per il nostro governo esistono tante varianti di stranieri quante sono le varianti del Covid, ma non parliamo di stranieri tout court nel senso letterale, ma di soggiornanti di lungo periodo con regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Parliamo di persone con regolare assunzione a tempo indeterminato, che spesso lavorano da oltre un decennio, che hanno nel nostro bel paese portato la famiglia. Ma per una stranezza del sistema divengono all’improvviso dei cittadini di serie Z soprattutto se messi a confronto con stesse identiche situazioni, ma provenienti da paesi diversi. Nello specifico parliamo di indiani soggiornanti in Italia con regolarissimo permesso di soggiorno, con lavoro, spesso casa di proprietà, che un paio di mesi fa si sono recati nel paese di origine. Ma non ci sono certo andati per “vacanza” anzi, in molti casi a far visita a genitori defunti per il Covid stesso, a sistemare la classica burocrazia post mortem, in altri a far visita ai familiari dopo 4-5 anni di assenza, approfittando di una cosa, l’aver eseguito il ciclo vaccinale Covid in Italia sapendo così di non poter creare danni, accettando all’arrivo in India ed al rientro in Italia il periodo di isolamento. In circa 800 (residenti e domiciliati in Italia) si ritrovano bloccati in India da oltre 2 mesi perché le direttive del Ministero della Salute permettono ai cittadini italiani, residenti o domiciliati in Italia di rientrare dall’India, dal Bangladesh e dallo Sri Lanka in qualunque momento con l’obbligo di quarantena una volta giunti in Italia. Ma ciò non vale per i cittadini indiani, soggiornanti di lungo periodo con domicilio e residenza in Italia. Però a cittadini brasiliani, soggiornanti di lungo periodo con domicilio e residenza in Italia, è permesso in qualunque momento il rientro in Italia con l’obbligo di quarantena. E’ anche vero che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha definito delle aree diversificate di “pericolosità” con un diverso tipo di controlli e quarantena, ma non si comprende perché dall’India o dal Bangladesh possa rientrare un italiano con residenza o domicilio in Italia e nella stessa condizione di residenza e domicilio, ma con regolare e valido permesso di soggiorno di lungo periodo non possa rientrare un Indiano. E così da oltre 2 mesi circa 800 indiani non possono rientrare, non possono raggiungere le famiglie in Italia, attendono ogni mese le indicazioni del Ministero della Salute comunicate ai consolati e alle ambasciate italiane in India, sperando nella possibilità di rientro, cosa concessa a qualunque cittadino italiano che si trovi in India. Eppure non parliamo, se dobbiamo essere ligi alle leggi, di clandestini, parliamo di persone regolarmente presenti in Italia (come già detto) che lavorano regolarmente, che pagano il mutuo di casa o l’affitto, la rata dell’auto, vivono in Italia da oltre un decennio, molti in attesa della dichiarazione di naturalizzazione ovvero la cittadinanza italiana. Le stesse comunità indiane sia Hindu, sia Sikh, sia Musulmane, sia Buddiste, dicono “se non hanno regolare permesso di soggiorno restino in India, ma se in regola fate che rientrino”. Si è anche  a Luglio presentato una istanza al governo italiano, portando a chiarimento e nei dettagli la situazione, affinchè si potesse dare a questo una informazione corretta e completa, con una vera e propria preghiera, ma nulla è accaduto. Eppure tra questi 800 molti lavorano in settori produttivi di rilevanza economica, non solo locale o regionale ma nazionale se pensiamo ai lavoratori della filiera del Parmigiano-Reggiano, o del Prosciutto di Parma, o agli allevamenti di bovini e suini, alla filiera della Mozzarella di Bufala Campana una delle eccellenze del bel paese, che produciamo anche nella nostra Media Valle del Volturno e dove non mancano i lavoratori indiani. La assenza di fatto mette in crisi diverse importanti aziende del settore, mettono in altri a rischio il lavoro ed il relativo permesso di soggiorno, poiché tanti vanno incontro ad assenza ingiustificata ed al licenziamento con relativa perdita del permesso. Ma ancor più una istanza di fatto inascoltata, sostenuta anche da italiani, rivolta a deputati che non sono riusciti ad aggiungere le stesse definizioni usate per il Brasile. Ma forse sarà che l’India non fa parte del Mercosur ed i suoi accordi commerciali con l’Italia non hanno lo stesso peso, o forse semplicemente che gli indiani sono più “invisibili” dei brasiliani.

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