Ultim'ora

Cellole – Donna colta da malore durante lite con il comandante dei vigili, la precisazione di Bruno e Giovanna (il video)

Cellole – “Nell ‘interesse degli scriventi e firmatari  – Bruno e Giovanna – parti coinvolte nella vicenda orma i famosa, accaduta in Baia Domizia diversi giorni fa, tra i predetti ed il comandante dei vigili di Cellole (Ce), ed in relazione ai diversi articoli, prese di posizioni pubbliche ed istituzionali ed ahimè anche social, circa i fatti in oggetto, è opportuno chiarire alcuni punti: (guarda il video)
Nessun arresto o fermo:
Al contrario di quanto improvvidamente scritto e declamato, anche tramite social,  da parte di rappresentanti istituzionali, i sottoscritti non sono stati messi in stato di fermo né sono stati ”consegnati” alla giustizia. Onestamente non si comprende quale sia la fonte di tale falsa notizia ma è chiaro che sarà necessario, in altra sede, verificarlo. Il fermo è una misura precautelare che limita la libertà personale e si mette in pratica in casi diversi rispetto all’arresto perché non riguarda una persona colta sul fatto. Quindi a tutto voler concedere nel caso in esame, in presenza di flagranza di reato, si sarebbe potuto procedere all’arresto, chiedendone la convalida al Magistrato. Evidentemente  l ‘Autorità Giudiziaria inquirente è stata di diverso avviso ed ha ritenuto di non chiedere al Giudice nessuna convalida dell’arresto o ancor più semplicemente nessun arresto veniva formalmente nemmeno posto in essere, dal momento che a questa gravissima decisione, segue l’obbligo da parte del P.M. di spiegare i motivi della restrizione personale, informare le parti  circa i l reato contestato, procedere all’interrogatorio con pronto avviso al difensore. Se dall’eventuale interrogatori o non emergessero elementi che giustificano la liberazione, il  pubblico ministero  avrebbe  48  ore  di  tempo dall’ arresto o da l fermo per chiedere al giudice la convalida della misura. Tutto ciò per quanto pedante tecnicamente, non è avvenuto e quindi le affermazioni approssimative circa arresti, “fermi ”, ”consegnati alla giustizia”, si appalesano come infondate e prive di sostegno giuridico e fattuale; in definitiva solo uno dei sottoscritti è stato denunciato a piede libero, al pari dell’ autore di un reato contravvenzionale o bagatellare, non ”beccato” in stato di flagranza. Questo giusto per dare la misura corretta e non scenografica sensazionalistica dei fatti.  (guarda il video)
Il filmato
In merito poi al filmato oggetto di una sconsiderata e deplorevole gogna mediatica, giova rammentare a chi ha responsabilità giornalistica che la legge non autorizza ogni forma di ripresa solo sulla scorta del fatto che la stessa avvenga in pubblico ed afferisca a momenti di vita pubblica. Sempre tramite social, articoli, ecc. è emerso quasi che qualcuno avesse filmato una rapina in banca ed avesse poi, eroicamente consegnato il video agli inquirenti garantendo poi a quest’ultimi di acciuffare i rapinatori. Nessuno cittadino è autorizzato a filmare minorenni (nel caso di specie infra-quattordicenne) senza il consenso prestato dai genitori né tantomeno familiari delle parti coinvolte nel fatto di cronaca, come invece è stato fatto. Farlo significa commettere un atto illecito. Nessuna fonte di informazione è autorizzata a divulgare immagini di minori, soggetti deboli, e familiari delle parti coinvolte. Farlo, come è stato fatto, significa commettere un atto illecito. Vantarsene pubblicamente poi, ci rimanda ad una dimensione pre- statuale e primitiva.
Nessun finto malore
Riguardo poi ai titoli ed alle espressioni offensive accluse nei diversi articoli circa il presunto finto malore della scrivente ripresa nel

video, “finge malore, malore improvviso” “show   nello  show”,   “sceneggiata”,  ecc.,   giova  evidenziare  che  la veridicità credibilità del malore non deriva certamente dal fatto che lo stesso debba essere anticipato da un avviso pubblico nè tantomeno la sottoscritta ha lamentato di essere stata colpita da chicchessia. Il crollo sincopatico non deriva da nessuna aggressione subita (la stessa scrivente da terra chiede aiuto . . . implora di stare male, non lamentando affatto di essere stata colpita) ma da un profondo attacco di panico e stress ansioso-reattivo certificato. lmmorare sulla caduta, dando risalto alle più becere espressioni, non tenendo conto che comunque in quel momento la sottoscritta è in uno stato d i forte sofferenza emotiva, rimanda ad uno sciacallaggio intollerabile.
Anche l’invito del Comandante che si sente nell’audio di riprendere la scena appare un richiamo primordiale, da far west, più che un monito istituzionale. Lo stesso dicasi per le risatine di scherno dello stesso che nulla hanno a che vedere con una legittima stigmatizzazione istituzionale del fatto. Saranno i certificati medici eventualmente a schiarire le idee sulla bontà e veridicità del fatto che in alcun modo è stato legato a percosse subite dalla scrivente. Anche su questo punto non si comprende il clamore qualunquista. Ulteriore documentazione sanitaria sarà utile per ristabilire un brandello  di verità anche in relazione a quanto accaduto al sottoscritto F.B., soggetto emofiliaco ed invalido, trasportato con indebita forza e violenza, in piena notte, presso il comando di Polizia Municipale, senza che tale, privazione della libertà sia stata in alcun modo “convalidata” dall’Autorità Giudiziaria, che evidentemente, nella migliore delle ipotesi per gli operanti, avrà imposto alla P.G., vista la pochezza del fatto, di limitarsi ad redigere una mera elezione di domicilio a carico dello scrivente.
I leoni da tastiera:
Alla luce di  ciò pare opportuno, anche da parte degli organi di Stampa, un maggiore equilibrio e prudenza nella descrizione dei fatti, che come sempre, sono più complessi di come possano apparire prima fase. Tale obbligo prudenziale pare ancor più pregnante se si considera che i fatti hanno una rilevanza penale e saranno valutati, nelle sedi opportune, dall’Autorità Giudiziaria. D’altro canto il sensazionalismo non giova a nessuno lettore, non giova alla libera informazione, ma al massimo ai ”leoni da tastiera “, che in tale occasione, come prevedibile, hanno dato sfoggio della loro pochezza umana. Si prende atto che solo Paesenews e poche altre testate online hanno rimosso, dietro sollecito, da internet la parte video ove compare illecitamente la minore ed altro familiare delle parti in causa. Evidentemente la foga mediatica e la caccia alle streghe è un istinto bestiale che siffatti giornalisti non sono riescono a sedare.
Lo stesso equilibrio e prudenza sarebbe apprezzabile riscontrarlo in chi indossa una divisa o riveste un ruolo pubblico ed istituzionale al fine di non alimentare il linciaggio mediatico ancora in fieri evitando di pubblicare commenti dozzinali, al pari di un semplice cittadino, privo di senso di responsabilità ed etica pubblica. E’ scolastico ribadire che, in casi del genere, un uomo delle istituzioni , confidi nella Giustizia chiedendo a quest’ ultima di fare luce sui fatti , evitando proclami populistici e bieche strumentalizzazioni che possano dare la stura ad una escalation di offese e denigrazioni circa una cittadina (questo status, in uno Stato di Diritto, lo si preserva anche quando una persona commette un errore, non un reato), madre di figli minori presenti ai fatti, che allo stato non è stata nemmeno formalmente indagata”.

Nota dei coniugi coinvolti nei fatti avvenuti domenica scorsa davanti all’Arena dei Pini di Cellole, prima della esibizione del gruppo 883. (guarda il video)

 

Guarda anche

Cellole – Addio a padre Vito Freda: un faro di spiritualità si spegne

Cellole (di Tommasina Casale) – La comunità di Cellole è in lutto per la scomparsa …