Tora e Piccilli – C’è anche un poliziotto del piccolo centro arroccato lungo un pendio del vulcano Roccamonfina, fra i 117 agenti della penitenziaria indagati per quei fatti che hanno messo in luce un modus operandi non certo conforme ad un paese civile come l’Italia. Agli arresti domiciliari è finito, Giacomo Golluccio, 45 anni.
Gli orrori e le torture: le immagini estrapolate dalla videosorveglianza interna e finite nel fascicolo della Procura sono agghiaccianti per la violenza contro i detenuti aggrediti con calci, schiaffi, ginocchiate, manganellate. E sempre più agenti contro uno. Così il carcere si è trasformato in un luogo di battaglia. E il racconto di quelle immagini da parte di chi ha subito quelle violenze è drammatico. “Vi era un corridoio umano lungo le scale, formato da agenti della polizia penitenziaria muniti di caschi e manganelli e qualcuno in divisa della penitenziaria. Ricevebo pugni e calci, sputi e qualche agentite di cui non ricordo il nome proferiva nei miei confronti parole come ‘napoletano di merda”, racconta un detenuto. Botte anche a chi era in ginocchio, di spalle e senza la possibilità di difendersi. “Sono stato colpito con calci, pugni e manganellate sui glutei, sulle cosce nonché sulla schiena. Ricordo anche diversi colpi alla testa”, ha detto un altro.
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