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Sessa Aurunca – Estorsione e camorra, la Cassazione ha deciso: il ras dei Muzzoni resta in carcere

Sessa Aurunca – Fu Gaetano Di Lorenzo ad attuare una estorsione telefonica ai danni del titolare di un bar. Per questa ragione hanno deciso di lasciarlo in carcere, respingendo il ricorso proposto dal suo difensore. La Corte di Cassazione ha confermato la custodia cautelare in carcere per il ras dei Muzzoni di Sessa Aurunca Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la vittima venne avvicinata da un altro soggetto che gli riferì appunto di agire per conto del clan dei Muzzoni. Per essere più convincente gli passò al telefono ‘Don Gaetano’ che avanzò la richiesta estorsiva minacciandolo: “Se non paghi vengo al bar e ti ammazzo”. Ed a nulla è servito il ricorso presentato dal legale di Di Lorenzo sull’identificazione dalla sola voce del ras.  Per i giudici, che hanno confermato la decisione del Riesame, quel ‘don Gaetano’ altri non poteva essere che appunto Di Lorenzo che già in altre circostanze aveva utilizzato la medesima modalità “per formulare richieste estorsive”, si legge nel provvedimento della Suprema Corte. Il ricorso è stato così dichiarato inammissibile.
Quella di Gaetano Di Lorenzo è una lunga e complicata carriera criminale, 54 anni, è ritenuto attuale reggente del clan Esposito, alias i “Muzzoni”.  Storico appartenente al clan degli Esposito di Sessa Aurunca, Di Lorenzo ha assunto storicamente un ruolo apicale nella gestione degli affari illeciti posti in essere con il clan federato dei La Torre di Mondragone, all’epoca capeggiato da Augusto La Torre, oggi divenuto collaboratore di giustizia. Sul suo conto si annoverano numerose condanne per i reati tipici della criminalità organizzata e tra questi porto e detenzione di armi, concorso in estorsione condanne per partecipazione alla associazione mafiosa del clan Esposito.

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