Piedimonte Matese – La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha tenuto sotto controllo le conversazioni degli indagati per lungo tempo. Le intercettazioni dei telefoni sono partite lo scorso aprile 2020 per essere disattivate nel dicembre scorso. Ma l’inchiesta che ha scosso, e sta ancor scuotendo gli ambienti politici e imprenditoriali del capoluogo matesino, non si basa solo sulle intercettazioni telefoniche. Gli investigatori, infatti, hanno anche effettuato veloci riscontri raccogliendo prove pesantissime su alcuni fatti contestati.
Intanto il perito tecnico, nominato dalla Procura, ha avviato l’analisi del contenuto dei telefonini, dei computer e degli altri supporti elettronici prelevati – ad alcuni indagati – durante la perquisizione a loro carico. Il risultato, chiaramente, sarà determinante per il futuro degli indagati.
L’inchiesta:
Le accuse mosse dagli investigatori sono pesanti, avrebbero costituito un’associazione a delinquere per compiere abusi d’ufficio, turbativa d’asta e corruzione, per agevolare l’imprenditore Vittorio Civitillo che a sua volta – scrive la Procura della Repubblica – aveva finanziato la campagna elettorale delle elezioni comunali dell’ex sindaco Luigi Di Lorenzo, dell’ex presidente del consiglio comunale, Gianluigi Santillo.
Secondo l’ipotesi accusatoria lungo la quale gli investigatori stanno sviluppando la loro azione, proprio Santillo, gli ex assessori David Raucci e Ivan Filetti, Antonio Montone (all’epoca dei fatti sindaco di Castello Matese), Vincenzo Menditto (dipendente Asl e all’epoca dei fatti al capo dell’ufficio tecnico comunale dell’ente piedimontese) attuavano una serie di azioni per far approvare al municipio guidato da Luigi Di Lorenzo, un protocollo d’intesa proposto dalla “Kronos” (amministrata da Bruno Pagliaro) per la realizzazione di una serie di strutture per favorire il turismo nel territorio del Matese. Lo scopo, secondo l’accusa, era quello di vincolare l’ente comunale di Piedimonte Matese a favorire la società SERI (di Vittorio Civitillo) quale soggetto attuatore. In tal modo la SERI avrebbe avuto accesso ai fondi statali previsti dal decreto Calenda e i fondi prevista dal Masterplan per la aree interne della regione Campania. Se tutto fosse andato in porto sarebbe stata una pioggia di milioni e milioni di euro per la Seri (quale soggetto attuatore). Basta pensare, infatti, che si voleva realizzare il famoso ponte tibetano in vetro, alberghi diffusi, polo eno gastronomico, cabinovia fra Piedimonte e Castello Matese, alcuni centri culturali, riqualificazioni di diverse aree. Per gli investigatori non sembrano esserci dubbi: l’azione degli amministratori indagati era mossa dall’unico intento di ricambiare l’appoggio elettorale profuso dall’imprenditore Civitillo nelle comunali 2017 alla lista “Uniti per Piedimonte Matese”. L’inchiesta, inoltre, coinvolte anche Loreta Di Marco, ex assessore estero del municipio piedimontese; Giovanni Malinconico (imprenditore di Ailano) e l’imprenditore piedimontese, Ruggiero Di Pietro e l’imprenditore del capoluogo matesino, Mario Rosario Zoccolillo.
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