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foto di repertorio

IL CASO – Ecco come si può morire di Coronavirus: fra burocrazia, incapacità e scarsa organizzazione. Le USCA sotto accusa

E’ malato di Covid19 e da giorni non assolve più alle sue funzioni vitali. E’ solo capace di lamentarsi per i dolore che, probabilmente, lo straziano. La sua saturazione è buona (respira bene) e quindi non può essere ricoverato in ospedale Covid Center perché mancano le condizioni. Non può essere ricoverato nemmeno in un ospedale normale perché contagioso. Quindi deve restare a casa in attesa del miracolo oppure della morte, fra atroci sofferenze. Sofferenze del paziente e dei familiari.
Appare tutto incredibile ma è la fotografia perfetta di quanto sta accadendo a Sessa Aurunca. Si può morire di coronavirus anche per la semplice impossibilità di ricevere le necessarie cure. Banali cure che senza emergenza sanitaria qualsiasi ospedale, anche il più disastrato, sarebbe capace di erogare perfettamente. Un uomo, anziano, colpito dal contagio è in quarantena nella sua abitazione con il figlio anche lui positivo. L’anziano dopo qualche giorno inizia a stare male, non mangia e non beve più. Il figlio chiama ripetutamente il 118 che dopo lunghissime attese arriva sul posto, visita il paziente e sentenzia: respira bene non possiamo ricoverarlo. E tutto torna come prima: l’uomo resta nel suo letto, a soffrire, i familiari restano nella disperazione per non poter far nulla. Chi dovrebbe intervenire, secondo la procedura sanitaria, dovrebbero essere le USCA che dovrebbero garantire l’assistenza dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. Ogni U.S.C.A. è costituita di norma da un numero di medici pari a quelli già attivi nella sede di continuità assistenziale prescelta o da un numero congruo rispetto alla casistica; le Aziende USL valutano, in relazione alla necessità di sorveglianza, l’integrazione delle Unità con personale di supporto. Tutto bello, ma tutto terribilmente inutile perché inefficiente. Tutte chiacchiere, tutta burocrazia inutile.
Basta chiedere ai familiari di qualche sfortunato paziente per capire la drammaticità della situazione, una situazione resa ancor più pesante dall’insopportabile peso della burocrazia e, spesso, dal peso dello scarica barile.

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