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foto di repertorio

San Nicola La Strada / Latina –  Sequestrarono e picchiarono un avvocato: 4 condanne

San Nicola La Strada / Latina –  Sequestrarono per cinque ore in un casolare a Borgo Bainsizza (in provincia di Latina), lo malmenarono e lo costrinsero a firmare assegni e cambiali per 110mila euro. Per quei fatti il giudice ha condannato 4 persone: – Pantusa Ernesto 5 anni e 4 mesi di reclusione, Carleo Salvatore 2 anni di reclusione; Afava Fabrizio 1 anno e 6 mesi di carcere; Fiorucci Debora 2 anni di reclusione.
Inoltre dovranno risarcire i danni alla vittima, un avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere, Cristofaro Mario Antimo, difeso l’avvocato Ernesto De Angelis. Tutto accadde il 25 giugno 2019 quando l’avvocato presentava evidenti segni di percosse sul volto e sul corpo e raccontò che nel corso della stessa mattinata un suo cliente, Ernesto Pantusa, 43 anni, residente a Sabaudia, che in passato aveva difeso per altri reati penali, lo aveva chiamato fingendo di chiedere la disponibilità ad assistere un suo amico. Gli aveva quindi chiesto di raggiungere l’abitazione dell’amico, ma l’avvocato aveva rifiutato e l’appuntamento era stato spostato davanti agli uffici della Procura di Latina. Qui il 43enne si era presentato da solo alla guida della propria auto e il professionista, fidandosi, aveva accettato di salire. Pantusa lo aveva però condotto a Borgo Bainsizza, dentro un capannone abbandonato, dove poco dopo era stato raggiunto dagli altri tre complici, Salvatore Carleo, 63 anni di Roma, Fabrizio AFava, 62 anni di Tivoli, Debora Fiorucci, 51enne di Sermoneta.
Una volta raggiunto il capannone l’avvocato venne colpito al volto con un manganello, rapinato della somma di 2.300 euro, di alcuni effetti personali e della sua auto. Per cinque ore i malviventi hanno tenuto segregato il legale che, secondo Ernesto Pantusa, non gli avrebbe garantito un’adeguata difesa nel corso dei processi penali e civili a suo carico. Per questo l’uomo, aiutato dai complici, intendeva riavere indietro il denaro speso, con gli interessi. Durante le lunghe ore di sequestro il gruppo costrinse il professionista, come prezzo per la sua liberazione, a sottoscrivere cambiali e scritture private per 110mila euro, minacciando l’intervento di un esponente della criminalità organizzata di Caserta.

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