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Sessa Aurunca / Roma – Delitto D’Antona: 21 anni fa si consumava l’omicidio del giurista, le indagini condotte da un sessano

Sessa Aurunca / Roma (di Francesca Furnò) – Ventuno anni fa, esattamente il 20 maggio 1999, moriva Massimo d’Antona, giurista, consulente del Ministro del lavoro e docente di Diritto del Lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma. Poco dopo le 8 del mattino, quando d’Antona si apprestava a recarsi al lavoro, a pochi metri dalla sua abitazione, in via salaria a Roma, venne freddato da 9 proiettili. L’omicidio fu rivendicato dalle Nuove Brigate Rosse, un gruppo terrorista, responsabile anche del rapimento e dell’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. L’obbiettivo delle Nuove BR è quello di arrestare il cosiddetto progetto politico neocorporativo dei Patti per l’occupazione, colpendo figure chiave legate al contesto politico della ristrutturazione del mondo del lavoro. Un anno dopo, i due Brigadisti responsabili della vile uccisione del giuslavorista, vennero fermati su un treno e nel tentativo di fuga Mario Gelsi rimase ucciso mentre la sua complice Nadia Desdemona Lioce venne arrestata.
Ad occuparsi delle indagini fu il procuratore Franco Ionta, all’epoca capo del pool antiterrorismo, con lui l’attuale procuratore della Corte d’Appello di Roma Giovanni Salvi, il dott. Pietro Saviotti e il dott. Gabrielli. Franco Ionta originario di Ponte una frazione di Sessa Aurunca nel casertano, è uno stimato magistrato italiano esperto di terrorismo che ha ricoperto incarichi di importanza internazionale. Approdato in magistratura nel 1976, inizia a distinguersi per il suo senso di giustizia. A partire dal 1977 debutta come sostituto procuratore prima di Nuoro poi di Roma. Tra le sue indagini si annoverano il caso Gladio, un’organizzazione paramilitare appartenente alla rete internazionale Stay-behind, promossa dalla Central Intelligence Agency organizzata per contrastare una possibile invasione nell’Europa occidentale da parte dell’Unione Sovietica e dei Paesi aderenti al Patto di Varsavia;  la crisi di Sigonella fu un caso diplomatico tra Italia e Stati Uniti d’America avvenuto nell’ottobre 1985; gli omicidi di Ilaria Alpi, giornalista e fotoreporter italiana del TG3, assassinata a Mogadiscio insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin, e di Andrea Nicola Calipari, agente segreto italiano ucciso da soldati statunitensi.

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