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Galluccio – Coronavirus, le riaperture non convincono tutti. Le scelte dei fratelli Lato e di Marcantonio

Galluccio (di Mario De Cubellis) – Sono giorni caldi per il paese, l’ultimo dpcm che il presidente Giuseppe Conte ha illustrato in diretta ha mosso gli animi di una nazione che si trova a fronteggiare uno dei momenti più drammatici della sua storia. Dal 4 maggio 2020, riapriranno molte attività, ho sentito i pareri di alcuni baristi di Galluccio sulle modalità di apertura che non convincono molto. I bar da lunedì potranno effettuare solo servizio da asporto, apriranno i propri locali con le dovute sanificazioni e tutte le precauzioni del caso, ma quanto questo servizio può rendere dal punto di vista economico nei piccoli centri urbani?
I casi sono due, opposti, i fratelli Lato, Igino e Luca, proprietari del Bar degli Amici hanno deciso di riaprire contando magari sul servizio d’asporto per le attività commerciali aperte, anche se più scettici sulle consegne a domicilio, vedendole quasi inutili. Ennio Marcantonio, invece, del Bar Paradiso, ha scelto di restare chiuso, non essendo soddisfatto delle condizioni di riapertura, sostenendo di avere in questo modo più spese che guadagni.  Queste le perplessità di alcuni commercianti a cui il tempo darà una risposta. Gran parte dei problemi che il popolo italiano sta vivendo, sembrano invece passare inosservati ad una classe politica di terz’ordine.
L’Italia è particolare, in ogni momento, anche in questo, e allora assistiamo dalle nostre case ad una guerra mediatica tra fazioni, che dura da mesi,  ma che ultimamente si intensifica. Da una parte, un governo che cerca di limitare i danni che questa pandemia sta facendo, azzeccando cose sbagliandone altre, dall’altra un’opposizione o membri del governo stesso che non fanno che attaccare ogni decisione presa, a prescindere, come una reazione innata.
Questo lo stato di una politica che da tempo va alla deriva e,  laddove la popolazione si è mostrata unita e responsabile, nel seguire le direttive dategli, nel sacrificio di restare in casa spesso lontano dagli affetti, la politica italiana dimostra tutta la sua inadeguatezza, puerilità, meschinità. I programmi televisivi e i social sono il palcoscenico di questo scempio, che da mesi si compie quotidianamente. Tutti a dire la loro, sempre e comunque, cadendo in competenze non proprie pur di esprimere un briciolo di parere inutile. Tutti a dire tutto e il contrario di tutto, si passa da “tutto aperto” a “restate a casa” e “forse sarebbe meglio aprire”, “così non si muore di virus ma di fame”, “restate a casa”, e ultimamente “tutto aperto”, è il delirio. A turno i politici sparano qualche stronzata, fanno un paragone con uno stato a caso che sta meglio o peggio, citano il virologo di turno che ha detto questo, quello che ha detto altro e così via, in una commedia tutta all’italiana dove si fa a gara a chi la spara più grossa e chi la spara prima.

Forse se la situazione non fosse così drammatica la cosa farebbe anche ridere, ma in questo caso c’è poco di cui rallegrarsi. Non so se ci meritiamo questa compagine di idioti, fatto sta che sono loro che ci rappresentano e mentre il popolo Italiano vive uno dei suoi momenti più bui dal dopoguerra, loro sono lì a fare i bambini, a darsi la colpa, come gli imbecilli, a darsi torto o ragione, mettersi i bastoni tra le ruote e chissà quante altre porcate. Io sono sconcertato, e come me penso milioni di italiani. Nelle tragedie si dovrebbe seguire una linea comune che va al di la della fede politica, mettere da parte le guerriglie di partito per un attimo almeno. Una linea comune condivisa e condivisibile che mette il popolo al primo posto, non gli interessi di una classe politica becera e obsoleta. In questa pandemia il popolo è stato messo da parte, come sempre. Sarebbe stato semplice, bello, utopico, immaginate; una pandemia, un paese ferito che conta morti su morti, una classe dirigente che come prima cosa decide di dare per i mesi dell’urgenza il proprio stipendio a quel popolo che tanto ama solo quando gli conviene…non in Italia.  Le priorità qui sono ben altre, sono le dirette facebook, sono strumentalizzare notizie a seconda dell’effetto che si vuole avere, pensare ad accaparrare consensi e una serie di tristezza infinita. Non c’è vicinanza alle disgrazie altrui, in questo caso comuni, solo un finto compianto che lascia il tempo che trova in una pandemia diventata strumento di propaganda.

 

 

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