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CALVI RISORTA – “TEST RAPIDI: OFFESA ALL’INTELLIGENZA DI UN’INTERA COMUNITÀ”. LO SFOGO DI MARROCCO

CALVI RISORTA – “La questione dei test rapidi a Calvi Risorta è stata molto dibattuta negli ultimi giorni. Ci conforta sapere che il pensiero espresso pubblicamente dal primo cittadino di Sparanise e dal Sindaco di Pignataro Maggiore, nonché presidente della Provincia di Caserta, sia in linea con il nostro, che è poi quello dell’intera comunità scientifica e di tutte le Autorità Sanitarie pubbliche italiane, europee e mondiali. Sulla scia del Sindaco del comune di Parete, che ha voluto sfidare l’A.S.L., la Regione e la Prefettura, anche Lombardi si è avviato in tale direzione – scrive in una nota il consigliere comunale di Calvi, Giovanni Marocco – Ma il rammarico è che il Sindaco di Calvi Risorta, anche in quanto medico:

– avrebbe dovuto conoscere l’inutilità di tali test, la cui affidabilità non arriva neanche all’80% (mentre è superiore al 95% nei test acquistati dal Governo), evidenziando perciò tanti falsi negativi e positivi;

– avrebbe dovuto sapere che gli stessi non sono ancora validati dalla comunità scientifica per fini diagnostici, e che non possono dunque essere utilizzati per screening di massa;

– avrebbe dovuto sapere che chi risulta negativo ai “test rapidi” dovrebbe essere testato nuovamente ogni 6/7 giorni, mentre i positivi vanno sottoposti al tampone tradizionale per averne conferma;
– avrebbe dovuto sapere che i soggetti deputati ad effettuare tale tipologia di test sono esclusivamente le strutture sanitarie pubbliche, che niente hanno a che vedere con il pericolosissimo sistema di “porta a porta” utilizzato a Calvi Risorta;
– avrebbe dovuto sapere che occorreva il preventivo nulla osta dell’A.S.L., mai richiesto e addirittura mai informata dell’iniziativa, se non dopo la segnalazione di un weblog locale;
– avrebbe dovuto già conoscere tutte queste indicazioni sanitarie e regionali, quando con la nota protocollo 3013 del 7/4/2020, ha ordinato al responsabile finanziario di acquistare 500 test rapidi, bruciando 7.320,00 € in un comune con un solo caso di positività accertata e prossimo al secondo dissesto;
– avrebbe dovuto saperlo ben prima che arrivassero le formali diffide a sospendere questi test, da parte dell’A.S.L., della Prefettura e della Regione, il 21 ed il 22 aprile. Ci riesce difficile credere che, da medico e da Sindaco, non sapesse nulla di tutto ciò. Ed allora perché ha agito in contrasto con tutte le indicazioni sanitarie e regionali, negandolo poi nei suoi comunicati? Sempre da Sindaco e da medico, potrebbe però aver compiuto un atto davvero grave.
Nell’intervista rilasciata il 26/04/2020 dal Presidente Magliocca al sito www.calvirisortanews.it, abbiamo infatti appreso che i test rapidi condotti dai comuni di Calvi Risorta e di Parete sono stati oggetto di un ordine del giorno del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e che, in quella sede, il Sindaco Lombardi avrebbe rassicurato il Prefetto e l’A.S.L. circa l’immediata sospensione nell’esecuzione dei test. Ma i test “porta a porta” continuano invece ad essere eseguiti, anche dopo le diffide ricevute e le rassicurazioni date all’A.S.L. ed al Prefetto, come dimostrano i presumibili registri degli appuntamenti curati dall’assistente sociale e tenuti dal comune, di cui parla il sindaco nei suoi post, le ricevute rilasciate ai cittadini cui viene somministrato il test, i messaggi di ringraziamento su facebook di alcuni di loro, ed il post dell’assessore alle finanze che elenca e ringrazia, ad uno ad uno, i medici e gli infermieri volontari che stanno effettuando i test “mettendo a rischio la loro incolumità”…e non solo aggiungerei io. Mi meraviglio infatti di come, medici ed infermieri caleni, si rendano disponibili a contravvenire alle indicazioni dell’Unità di crisi regionale sui test “porta a porta”, che possono creare occasioni di contagio e di focolai epidemici, per giunta dopo la diffida dell’A.S.L. e della Regione.
Sapete cosa c’è scritto sulla ricevuta rilasciata a seguito della somministrazione del test? Che non ha valore diagnostico! Perché sperperare allora 7.320,00 € in un’azione inutile e potenzialmente dannosa, sia per la modalità di effettuazione che per il sentimento di paura dei cittadini che, in buona fede, restano convinti che i test servano a verificare se hanno contratto o meno il Covid-19, e che si dichiarano perciò addirittura “tranquillizzati, curati ed assistiti”, al di là di quello che è scritto sulle ricevute? I test rapidi effettuati da Lombardi non servono a nulla! L’unico esame che può dare la certezza di essere positivo o negativo è il tampone orofaringeo. Il resto è solo una forma scellerata di “campagna elettorale”, conclude.

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