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SPARANISE – Servizi sociali, Fucile: una gestione disastrosa

sparanise. La gestione delle politiche sociali nel comune di Sparanise è disastrosa. Una serie di scelte sbagliate – attuate dal governo locale – hanno determinato l’eliminazione di tanti servizi in favore dei più deboli; le stesse scelte sbagliate che hanno determinato il dirottamento di fondi su altri progetto nei quali sarebbero stati favoriti i “soliti fortunati”. E’ questa in sintesi la protesta della consigliera comunale di opposizione Anna Fucile – psicologa e docente di scuola superiore – che ha inteso così portare alla  luce un malcontento diffuso nella cittadinanza sparanisana.

I servizi cancellati
L’amministrazione comunale gudiata dal sindaco Mariano Sorvillo per l’anno in corso – riferisce Fucile – ha cancellato il telesoccorso, l’assistenza agli anziani, l’assistenza ai disabili, non sono stati erogati alle scuole i fondi necessari. Sono stati cancellati, insiste Fucile, servizi che per molti cittadini erano importanti. Per capire basta pensare alla perdita del telesoccorso,  un servizio socio-sanitario che favorisce la domiciliarità e consente alle persone che si trovano in uno stato di disagio, ed ai loro familiari, di continuare a vivere serenamente ed in sicurezza presso la propria abitazione. U un servizio rivolto principalmente alle persone anziane, ai portatori di handicap, a chi vive solo o in stato di isolamento. Il servizio prevede il lancio di un allarme in caso di bisogno tramite la pressione di un comodo telecomando. L’allarme può essere indirizzato a strutture specializzate (centrali di telesoccorso) o direttamente ai familiari. Un servizo – precisa Fucile – che oggi i cittadini di Sparanise non hanno più.
I tagli nel sociale, secondo Fucile, non hanno risparmiato nemmeno la scuola a cui non sarebbero stati dati i fondi necessari.

Polemiche sulle borse lavoro
Se da un lato, insiste Fucile, l’amministrazione comunale tagli i fondi ed elimina alcuni servizi importanti diretti ai più deboli, dall’altro canto riesce a trovare le risorse per finanziare delle borse lavoro. Ma la cosa più grave, secondo Fucile, è che fra i beneficiari delle borse lavoro ci sarebbero figure molto vicine all’attuale governo cittadino.  Quindi i “soliti fortunati”.

Sempre meno servizi sociali
I tagli alla spesa pubblica, all’assistenza, alla scuola, alla sanità (quello che per anni si è chiamato Stato sociale e che ora che sta sparendo si chiama welfare, magari in inglese l’evanescenza si nota meno) comportano una riduzione dei fondi da destinare ai servizi sociali. La popolazione italiana continua ad invecchiare e di conseguenza cresce il numero degli anziani non autosufficienti, che è arrivato a toccare quota 2,3 mln di cui due terzi con più di 75 anni. Ad oggi però solo un anziano su cinque usufruisce dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi) mentre cresce il numero dei ricoveri presso strutture residenziali, che sono arrivati ad oltre 300mila”. E’ il quadro sintetico sulla condijzione degli anziani che lo Spi-Cgil ha fatto in occasione dell’iniziativa “L’autonomia possibile per gli anziani”. “Sulla non autosufficienza – sottolinea il sindacato dei pensionati della Cgil – pesa l’azzeramento del Fondo per la non autosufficienza, la cui dotazione fino al 2010 era di 400mln di euro. Anche se il governo Monti ha ripristinato, solo parzialmente, le risorse da destinare al Fondo per una cifra di 275mln di euro, non siamo nemmeno alla sufficienza e quelle risorse non bastano per affrontare quella che è a tutti gli effetti “una vera e propria emergenza nazionale”.
gizzo

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