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PIGNATARO MAGGIORE – Beni confiscati, Di Maro sotto processo

PIGNATARO MAGGIORE – Avrebbero permesso che gli ex proprietari di terre confiscate dallo Stato continuassero a percepire le rendite: la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per sei imputati tre dei quali invece hanno avanzato richiesta di rito abbreviato. Ieri l’udienza preliminare dinanzi al gup del tribunale di Napoli. Il giudice ha mandato a giudizio solo  Michele Di Maro difeso dall’avvocato Alfonso Reccia . Il processo Di Maro  è fissato per il prossimo mese di giugno dinanzi ai giudici della seconda sezione penale collegio C del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il gup ha inoltre accolto per la posizione di  Domenico Cesaro  e di Gaetano Manna l’eccezione sollevata dal suo difensore l’avvocato Carlo De Stavola in merito alla contestazione di peculato e corruzione non gravato dall’articolo sette della legge anticamorra. Per Cesaro gli atti finisco per competenza alla procura sammaritana. Nell’ambito dello stesso procedimento sono stati chiesti dei riti alternativi da parte di  Gabriele Capitelli: Antimo De Angelis: Arturo Giglioforito. Per loro è stata fissata una nuova udienza preliminare per il prossimo 27 maggio dinanzi al gup D’Auria di Napoli. Mamma quale presidente dell’associazione Acli Terra ed amministratore dei beni confiscati alla famiglia Lubrano-Ligato accettava la promessa da parte di Cesaro affittuario dei fondi di 9mila euro da corrispondere ogni anno nonché di parte del raccolto derivante dalla coltivazione. Manna è accusato anche di essersi impossessato dell’affitto che il colono Antonio Passaro gli avrebbe versato ogni mese per la coltivazione del fondo in località Arianove Masseria Pratilli oltre che dei proventi della vendita dei prodotti agricoli su terreni confiscati.  Di Mauro è accusato di estorsione perché avrebbe costretto Cesaro a versargli ogni anno una somma di 5mila euro per poter coltivare quei terreni in serenità. Giglioforito- De Angelis e Capitelli  sono accusati di omissione di atti dovuti in quanto Gigliofiorito quale presidente dell’associazione Onlus Mondotondo Capitelli quale preidente e De Angelis quale suo vice del Consorzio Icaro avrebbero consentito che la famiglia Lubrano Ligato continuassero a gestire e a percepire i redditi degli immobili confiscati.
Sui beni confiscati l ‘amministrazione comunale di Pignataro Maggiore ha impresso una svolta importante tanto che i terreni di Torre dell’Ortello a Pignataro Maggiore, confiscati al clan riferibile al boss Angelo Nuvoletta e acquisiti al patrimonio indisponibile dell’Ente comunale, sono stati affidati alla cooperativa “Le Terre di Don Peppe Diana – Libera Terra. A firmare l’importantissimo atto concessorio sono stati l’ingegnere Girolamo Parente per il Comune di Pignataro Maggiore e Massimo Rocco, rappresentante della cooperativa sociale “Le Terre di Don Peppe Diana”. La sinergia per la gestione dei beni in località Arianova, in realtà, era iniziata già nei primi mesi del mandato del sindaco Raimondo Cuccaro e, in un riunione tenutasi presso la prefettura di Caserta il 13 dicembre scorso, il rappresentante della cooperativa che fa capo a Libera di don Luigi Ciotti, aveva dato piena disponibilità a gestire in via definitiva i terreni che, fino a quel momento, erano stati affidati solo in via provvisoria.
Un risultato molto importante, soprattutto alla luce delle criticità che quei beni hanno da sempre generato per la loro delicata provenienza. La concessione dei terreni di Torre dell’Ortello avrà durata trentennale e, per l’amministrazione comunale di Pignataro Maggiore, rappresenta un fondamentale passo verso la piena riqualificazione del patrimonio sottratto alle consorterie delinquenziali del territorio. Al protocollo per l’affidamento dei beni confiscati (siglato il 19 marzo del 2009) hanno aderito nel corso di questi anni anche i Comuni di Carinola e Teano sottoscrivendo, così come Pignataro Maggiore, un’intesa concessoria denominata “Simboli e risorse di comunità libere – Terre di Don Peppe Diana Libera Terra”.“Passi verso la strutturata e complessa normalizzazione della gestione di questi beni – ha spiegato il sindaco Cuccaro – sappiate che l’iter procedurale e i passaggi di questo segmento gestionale sono difficili e di estrema delicatezza, ma noi stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre corde per dare fondo alle potenzialità di questi terreni sottratti alla malavita locale. Sappiamo di trovarci a coordinare uno dei più vasti patrimoni appartenuti alla camorra in Campania e, per questa ragione, il nostro impegno sarà sempre costante e scrupoloso”.

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