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Sessa Aurunca / Carinola – Cleprin: Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere, i giochi di prestigio e le bende degli amministratori

Sessa Aurunca / Carinola (sesta puntata) – Quando le istituzioni pubbliche, quelle preposte a tutelare i diritti dei cittadini; quelle che dovrebbero operare nell’assoluto rispetto delle regole e della legalità; quelle che dovrebbero fornire alle giovani generazioni il buon esempio da seguire, non assolvono pienamente a tali compiti, allora diventa davvero difficile guardare al futuro con la prospettiva di una società migliore.  Il caso Cleprin appare emblematico. Se da un lato si può comprendere l’agire di un imprenditore che pur di salvare la propria azienda appare disposto anche ad interpretare il ruolo del prestigiatore, dall’altro canto appare ingiustificabile l’atteggiamento di chi chiamato ad amministrare la cosa pubblica, nell’interesse della collettività non lo fa, preferendo chiudere – per quasi un decennio – gli occhi.
Il 20 novembre del 2006 Antonio Picascia, legale rappresentante della CLE.PR.IN., presenta formale istanza, debitamente protocollata, con la quale chiedeva all’allora Sindaco del comune di Sessa Aurunca, il compianto prof. Elio Meschinelli, il rilascio del certificato di agibilità. Cosa c’è di strano, si dirà visto che nessuna impresa può operare senza quella certificazione?. La stranezza è proprio quella, ovvero, se e’ vero come e’ vero che la CLE.PR.IN aveva iniziato ad operare già dal 98’-2000, come mai si ricordava di chiedere il certificato di agibilità – solo sei/otto anni dopo l’inizio dell’attività?  E perché’ mai lo richiedeva sapendo già di non poterlo ottenere (come di fatto e’ stato) non possedendone i requisiti,  ma  soprattutto, come aveva fatto allora  la CLE.PR.IN. ad operare  fino a quel momento se non in condizioni di assoluta irregolarità? L’interrogativo è di una ovvietà scontata eppure l’amministrazione comunale dell’epoca non se lo pone. In realtà  –  sempre ammesso che per sei / otto anni e  fino a quel momento il Comune nulla sapesse dell’esistenza di una fabbrica sul proprio territorio – il che è francamente grottesco da credere –  di fronte a quella richiesta avrebbe comunque dovuto immediatamente disporre un sopralluogo ed emettere le sue brave ordinanze di sospensione lavori e demolizione, invece cosa fa? Semplicemente non risponde e fa finta di continuare ad ignorare il tutto! Intanto la CLE.PR.IN. la sua brava istanza l’ha fatta ed un domani potrà sempre dire che gli amministratori comunali non hanno loro concesso le autorizzazioni in quanto corrotti se non addirittura collusi con la camorra?  No, non è un assurdo, è semplicemente quello che hanno fatto poi anche a Carinola!
Ma non basta, dopo qualche mese – siamo nell’aprile 2007 –  gli amministratori della CLE.PR.IN. scoprono improvvisamente di essere diventati appetitosi obiettivi della camorra e denunciano e fanno arrestare Di Marco Arturo e Di Lorenzo Giovanni e questa ormai è storia e tutti ormai lo sanno. Quello che pochi sanno invece è che qualche mese dopo – per la precisione il 18 dicembre 2007 –  Picascia ritorna alla carica in maniera ancora più spudorata con una nota indirizzata all’allora dirigente dell’area urbanistica Landi  visto che intanto è cambiata l’amministrazione e Sindaco e’ il dr. Luciano Di Meo. In breve il legale rappresentante CLE.PR.IN ammette candidamente di stare operando da più di dieci anni in situazione irregolare e dopo aver fatto un commovente preambolo evidenziando quanto la CLE.PR.IN. abbia fatto e stia facendo per mantenere i livelli occupazionali sessani – quasi una specie  di velato ricatto – chiede il cambio di destinazione ad uso  industriale dello stabilimento e dei terreni su cui lo stesso opera! Premesso che e’ evidente l’ammissione della mancanza del requisito, è chiaro che senza un cambio di destinazione d’uso nessun amministratore sano di mente avrebbe mai potuto neanche iniziare un iter procedurale per una regolarizzazione dell’azienda. Ebbene anche il Sindaco Di Meo, nonostante la confessione di Picascia, colpito da analoga amnesia, non ci risulta che abbia preso alcuna iniziativa visto che il primo sopralluogo sull’azienda si farà solo nel 2009 ed a forza di esposti e denunce.
Qualche esperto di diritto obietterà che sì’… può anche essere, ma che comunque è acqua passata e che ormai, anche se qualche reato di omissione forse è stato commesso, ormai è stato sicuramente lavato dalla provvida spugna della prescrizione penale. Nulla da eccepire legalmente, il problema è però un altro, morale: non esistono solo i tribunali della Magistratura, ci sono altri tribunali a cui un uomo, è ancora più un politico o un amministratore è tenuto a sottomettersi: sono i tribunali della coscienza propria, ma soprattutto della coscienza collettiva del proprio popolo ed elettorato a cui deve dare conto del proprio operato. In quei Tribunali al momento non ci risulta che sia contemplata una prescrizione.

 

 

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