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REPORTAGE – E’ a Lago Patria il cuore Nato dell’Informatica Nci Agency: comunicazione e sicurezza per l’emergenza Libia, usati qui i sistemi più avanzati

Servizio fotografico a cura di Nicola Palermo (Ncia)

LAGO PATRIA (Giugliano di Napoli) – Entrerà pienamente a regime soltanto nel 2014 ma la Nci Agency, la neonata agenzia della Nato (North Atlantic Treaty Organization), specializzata insistemi di informazione e comunicazione oltre che servizi IT (Information Technology), aspira ad un ruolo da protagonista nelle operazioni che coinvolgono il Comando Interforze. Situata nella nuova e ipertecnologica base di Lago Patria, nel comune di Giugliano, al confine tra le province di Napoli e Caserta, dove – da dicembre – ha sede anche il Jfc (Allied Joint Force Command) Naples, il Comando interforze alleato, la Nci Agency è infatti l’unica organizzazione Nato a guida italiana in tutto il Sud. Ai vertici c’è il colonnello Dario Nicolella, già comandante del Gruppo di Supporto dei Sistemi computerizzati presso il Jfc Naples, che, per il Mattino, ha aperto le porte di uno dei luoghi più sensibili al mondo.

Divise blu, mimetiche e stellette la fanno da padrone in questo sterminato complesso, realizzato secondo i canoni anglosassoni, dove italiani (in prevalenza campani), americani, canadesi, spagnoli, turchi, inglesi sono impegnati fianco a fianco per pianificare e garantire tutte le comunicazioni e i sistemi di informazione indispensabili alle operazioni strategico-militari. «Basti pensare – fa notare l’ingegnere Raffaele De Luca, responsabile dei Servizi IT – al ruolo svolto dall’Agenzia (che all’epoca si chiamava ancora Ncsa) durante l’operazione Unified protector per assicurare l’applicazione dell’embargo marittimo alla Libia in occasione della caduta del regime di Gheddafi oppure alle recenti attività di supporto alle operazioni di controllo e monitoraggio del Mediterraneo. Qui, grazie alle nuove tecnologie, siamo stati i primi a installare una rete satellitare estesa su tutto il globo che si è rivelata fondamentale nelle azioni di contrasto alla pirateria e al terrorismo».

Punto di forza dell’Agenzia si conferma il processo di virtualizzazione al quale hanno mostrato interesse finora circa centoventi utenti, sia pubblici che privati. «Prima – fa notare De Luca – era necessario disporre di un sistema dedicato per ogni tipo di esigenza, ora invece grazie alle nuove e sofisticate tecnologie in nostro possesso, siamo in grado di convogliare in un unico pool tutte le risorse hardware e software disponibili e con queste far fronte a qualsiasi richiesta». Il riferimento va al famoso Data Center, un centro di calcolo e raccolta dati (rigorosamente classificati) che rappresenta motivo di vanto per l’intero quartier generale. «Siamo orgogliosi – spiega il comandante Nicolella – di essere riusciti a costituire qui a Napoli (città da sempre strategica per il controllo di tutto il Sud Europa) il Data Center in assoluto più moderno della Nato. Una tecnologia che consentirà a questo territorio di rivestire ancora una volta un ruolo decisivo nell’architettura delle comunicazioni».

Sono cinquecento i dipendenti del Settore di Napoli dell’Agenzia che in tutto il mondo può contare su oltre tremila unità. Un ambiente internazionale davvero stimolante secondo Thelia Puryear, Sergent Major dell’Agenzia, originaria degli Usa: «Lavorare in un contesto come questo – spiega – rappresenta una ottima opportunità di crescita sul piano professionale ma anche su quello umano. Gli ostacoli da affrontare quotidianamente sono tanti e spesso riguardano proprio le differenze linguistiche o le diverse sfumature culturali ma si tratta di sfide che accettiamo di buon grado perché ci consentono di perseguire un obiettivo comune. Ciascuno di noi è infatti anche un ambasciatore del proprio Paese di origine oltre che un rappresentante della squadra Nato».

Braccio operativo strategico nel settore dell’Information Technology dell’Alleanza Atlantica, il nuovo sito di Lago Patria rappresenta una vera e propria cittadella dotata non soltanto di uffici, laboratori e conference room ipertecnologici dove l’accesso è rigorosamente vietato ai non addetti ai lavori, ma anche di una nutrita serie di servizi a disposizione del personale del Jfc e della Nci Agency: mensa, ristorante internazionale, piscina, campi di basket, palestra, e naturalmente il Community center che ospita negozi di vario tipo, una storica sartoria, una banca e tanto altro.
Napoletano, classe ’54, ingegnere elettronico, una lunga carriera militare iniziata alla Nunziatella, già al vertice della NCSA, una delle cinque agenzie che dall’1 luglio 2012 sono state accorpate nella Nci Agency, il comandante Dario Nicolella è anche tifoso sfegatato del Napoli calcio.

Quali i risparmi stimati?

«L’esigenza era quella di contrarre le spese ottimizzando le risorse senza rinunciare alla qualità dei servizi. Oggi la tecnologia lo consente. In termini di personale la riforma dovrà portare entro il 2014 ad un taglio del 20%. Ora siamo al 5%».
Cinque diverse agenzie prima della riforma. Non si rischiava la sovrapposizione?

«Assolutamente sì. Per questo si è deciso di integrare gli organismi che si occupavano di sistemi informativi dando vita ad un’unica organizzazione, la Nci Agency che, per intenderci, supporta le trasmissioni e le comunicazioni durante l’operatività delle missioni Nato la cui catena di comando fa capo a Bruxelles».

Quali i risparmi stimati?

«L’esigenza era quella di contrarre le spese ottimizzando le risorse senza rinunciare alla qualità dei servizi. Oggi la tecnologia lo consente. In termini di personale la riforma dovrà portare entro il 2014 ad un taglio del 20%. Ora siamo al 5%». Chi sono i destinatari dei servizi della Nci Agency?

«Sono 127. C’è il Comando Nato, ma ci sono anche nazioni e comandi multinazionali a cui forniamo servizi di Information technology. Per la ricerca collaboriamo con le Università di Bari e Parma. Dal 2014 diventeremo customer funded, ciò significa che non potremo più contare sullo stanziamento di cifre prefissate. Le risorse saranno infatti correlate ai servizi forniti. Non si escludono cooperazioni col mondo esterno alla Nato purché veicolate dalle autorità preposte, Stato Maggiore Difesa o Università».

Cosa ha comportato il trasferimento da Bagnoli a Lago Patria?

«Un’innovazione senza precedenti. Abbiamo gestito un trasferimento che, per complessità e dimensioni, è il più grande mai realizzato dalla Nato. Qui, durante la missione in Libia, è stato provato con successo un modello di supporto alle operazioni più innovativo rispetto a quello in Afghanistan».

Gli addetti ai lavori lo conoscono come Data Center, è un centro di calcolo tecnologicamente avanzato in dotazione alla Nci Agency, che consente un largo uso di virtualizzazione, oltre che flessibilità e adattabilità alle esigenze interne. Controllo remoto, ambienti climatizzati. Due i principali centri di elaborazione dati, distinti per motivi di classificazione, che si caratterizzano anche per la separazione fisica delle reti. A Bagnoli questa tecnologia non sarebbe stata possibile perché ogni rete era concepita per un servizio. Per spiegare cosa sia la virtualizzazione, il comandante Dario Nicolella ricorre all’esempio dell’automobile: «Immaginate di avere una società di autonoleggio che metta a disposizione dell’utente le ruote, lo sterzo, il motore e tutte le altre componenti, per cui ogni utente può configurare la sua automobile secondo le sue necessità senza che l’auto esista nella realtà. Si tratta, in due parole, di fornire all’utente una cosa che in realtà non c’è, o meglio, che nella sostanza è diversa da quella che lui vede, ricevendo però i servizi che desidera». E, giusto per citare un caso sul ruolo svolto da Napoli nell’ambito dei sistemi informativi, spiega: «Qui fu installato il primo embrione di quella che poi è diventata la rete classificata che noi tutti nella Nato usiamo oggi per le comunicazioni riservate». Il data center fornisce, tra gli altri, il servizio Vtc, ovvero un sistema di video-tele conferenze che consente di mettere in rete più utenti.

Roberta Muzio e Daniela Volpecina (Il Mattino)

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