Ci si chiede come sia possibile costruire “ricordi falsi” condivisi da più persone. La società in cui oggi viviamo è costituita in parte da “ricordi falsi” prodotti collettivamente e che si ritengono avvenuti davvero. Una forma di ricordo falso è rappresentata dai miti e dalle leggende nati attorno ad avvenimenti che hanno segnato in qualche modo il corso della vita dell’essere umano, dal mondo antico a quello moderno. Essi sono espressione di desideri e paure degli uomini, e il risultato degli errori di ragionamento che li hanno caratterizzati. Quindi attraverso i miti e le leggende, la paura della morte, delle malattie, delle punizioni divine, vengono rese reali ed incanalate su oggetti, persone o situazioni ben definite diventando concrete ed esprimibili.
Attualmente le cosiddette “leggende metropolitane” sono presenti a migliaia nella nostra vita quotidiana e continuano a fiorire in abbondanza, il cui contenuto dipende dalla cultura in cui sono nate e dal numero di trasformazioni subite rispetto alla versione originale, ne sono esempi i racconti sugli alligatori delle fogne di New York, oppure il sostenere che quattromila ebrei non si sarebbero recati a lavoro alle Torri gemelle l’11 settembre del 2001. La formazione di tali leggende segue due percorsi: da un lato traggono origine dalla tradizione del pensiero psicoanalitico, per cui queste dicerie non sarebbero altro che forme di convinzione collettiva, che offrono una spiegazione a situazioni altrimenti non comprensibili e danno espressione alle paure e ai desideri ad essi connessi; dall’altro lato esse si generano a causa della debolezza e della fallacia dei processi di ragionamento umani. E’ importante evidenziare che la convinzione sulla veridicità della leggenda è presente indipendentemente dal livello culturale delle persone. Per gli studiosi della memoria le leggende e i miti fanno parte del processo che porta alla costruzione collettiva del ricordo. Alcuni sostengono addirittura che il ricordo individuale non esista, e che esso sia frutto dell’interazione tra l’evento, le persone che assistono all’accaduto e chi interagisce con loro.
I ricordi sarebbero, quindi, legati ai processi sociali e storici in cui si determinano, inoltre, essi non sono quasi mai liberi, puri e accurati poiché vengono influenzati dal contesto in cui nascono e si sviluppano. In pratica il contesto modifica il ricordo in maniera sostanziale. Le persone appartenenti ad una certa area geografica, o a una cultura, o a una popolazione, che hanno vissuto particolari eventi storici, condividono lo stesso contesto, sviluppando le stesse convinzioni e credendo nelle medesime leggende, le quali non sono altro che il tentativo di spiegare un certo fenomeno. Quindi il ricordo di questi individui sarà colorato dai traumi individuali, dai traumi condivisi, dalle loro convinzioni e dal loro modo di ragionare.
La rubrica di approfondimento su tematiche psicologiche, a cura della Dott.ssa Angela Pagliaro, Psicologa, ha l’obiettivo di affrontare argomenti che ci incuriosiscono e su cui vogliamo saperne di più, fornendo spunti di riflessione e quesiti sulla nostra vita. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale.
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