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PIGNATARO MAGGIORE – Crisi in giunta, le ragioni di Palumbo

PIGNATARO MAGGIORE – La situazione politica determinatasi in seno al Consiglio Comunale di Pignataro Maggiore con la fuoriuscita dal gruppo consiliare “La Svolta” del vice-sindaco Francesco De rosa e degli Assessori Cesare Cuccaro e Daniele Luigi Palumbo, avvenuta utilizzando e in parte screditando la vita professionale del sottoscritto nonché capogruppo di maggioranza consiliare in maniera pretestuosa e strumentale, è una vicenda, anche e soprattutto umana, che mi ha lasciato profondamente sorpreso ed amareggiato e rispetto alla quale mi trovo costretto, mio malgrado, ad intervenire anche in forma pubblica. In pratica mi pare di capire chela maggioranza della Giunta Comunale di Pignataro Maggiore, cioè la maggioranza delle persone che da due anni hanno nelle mani il governo e le sorti amministrative dell’Ente, pur affermando che l’organizzazione politica del gruppo consiliare ha sempre seguito un percorso virtuoso e positivo, permeato di stima collettiva e di rispetto personale, ha ritenuto però che in questa fase dell’azione amministrativa il problema primario e forse unico del gruppo di maggioranza, tanto grave da meritare addirittura l’adesione ad un gruppo consiliare diverso, non fossero le molteplici istanze che quotidianamente provengono dalla cittadinanza o la definizione di problemi seri quali la crisi occupazionale che ci sta investendo in modo drammatico, il rapporto con la stampa locale, l’ipotesi di riduzione delle indennità assessoriali per fronteggiare, almeno simbolicamente o per quanto possibile, vecchie e nuove forme di povertà, la gestione coerente e proficua dei beni confiscati alla criminalità organizzata, la definizione delle procedure di liquidazione della Pignataro Patrimonio, la corretta gestione dei fondi della Legge 328/00, le azioni da porre in essere in questa fase per evitare la soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace, la realizzazione dei loculi cimiteriali per i quali si è chiesto da tempo ai cittadini un anticipo di cassa, l’installazione effettiva della casa dell’acqua, la questione Pastificio Pallante, la realizzazione di una rete Wi-Fi pubblica, l’accelerazione delle procedure di redazione del P.U.C, la vittoria sperata e definitiva sul fronte Biopower etc, ma una vicenda assolutamente estranea all’attività di governo dell’Ente e che riguarda non l’azione politica o amministrativa del sottoscritto ma la sua vita professionale. Del resto sul fronte dell’azione amministrativa e in relazione agli argomenti di cui sopra le iniziative e le posizioni assunte dal sottoscritto sono ben chiare e cristallizzate in atti e interventi pubblici e nei verbali consiliari. Nel merito, invece, della questione sollevata e senza voler tediare chi legge con argomentazioni di natura tecnico-giuridica mi basta solo sottolineare che tale vicenda è stata già ampiamente dibattuta e chiarita anche in forma pubblica dal sottoscritto e in relazione alla quale in ogni caso, proprio al fine di sgombrare il campo da ogni pretestuosa polemica e pur in assenza di qualsivoglia forma di incompatibilità non solo giuridica ma anche e soprattutto deontologica o morale rispetto alla funzione consiliare svolta, ho già da tempo provveduto a depositare atto formale di rinuncia al mandato difensivo nonostante la vicenda riguardi una persona la cui ipotizzata condotta delittuosa nulla ha a che vedere con il Comune di Pignataro Maggiore o con eventuali o potenziali danni, anche solo di immagine, arrecati all’Ente e nei confronti del quale il Comune di Pignataro Maggiore mai avrebbe avuto titolo a costituirsi parte civile. Essa, infatti, è avvenuta solo ed esclusivamente perché nel medesimo processo sono imputati ex amministratori del Comune di Pignataro Maggiore e in ragione del presunto danno sia di natura patrimoniale che di immagine che gli stessi, secondo la ricostruzione accusatoria, avrebbero arrecato all’Ente. E sulla fondatezza di quanto asserito il sottoscritto non teme confronto con nessuno. Ma evidentemente agli amici Assessori questo non basta o interessa perché in fondo è pur vero l’adagio secondo il quale ai venditori d’acqua è inutile chiedere come essa sia perché vi risponderanno sempre che l’acqua è fresca nonostante sia pieno agosto e l’acqua stessa stia per bollire nel secchio”. Queste le ragioni espresse dal capogruppo dimaggioranza, Pier Nicola Palumbo.  cs

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