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PRATA SANNITA – Parco, De Nicola: urge un piano per abbattere gli ecomostri

PRATA SANNITA (di Roberta Muzio) – Colate di cemento nelle aree protette. Il presidente del Parco del Matese,  Umberto De Nicola, non si sottrae al confronto e davanti all’affollata platea di Prata Sannita chiarisce: «In dieci anni l’ente Parco non si è dotato di un piano. È giunto il momento di fare questa denuncia: senza regole si va allo sbando e sono possibili ecomostri come quello di Miralago». Le dichiarazioni arrivano a margine dell’incontro sul tema dello sviluppo sostenibile. Il vertice dell’ente era stato tirato in ballo sulla questione del lento declino a cui sono sottoposti i comuni delle aree interne ma non ha perso occasione per ribadire la sua linea: «Sono sei mesi che mi sono insediato e non posso essere additato per l’assenza di un piano. Non dobbiamo distruggere – ha aggiunto – ma fare in modo che l’area protetta si sviluppi. La struttura sul lago del Matese non è l’unico abuso ma quando le regole ci saranno, anche i Comuni dovranno adeguarsi. Si tratta di scegliere se demolirlo o recuperarlo. Ma, sia chiaro, è proprio l’assenza di regole che non mi consente di emettere un decreto di abbattimento». La vicenda giudiziaria, risalente al 2007 e ora in fase dibattimentale dinanzi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, riguarda un complesso alberghiero in fase di realizzazione. All’epoca vennero notificati una cinquantina di avvisi di garanzia e venti ordinanze di custodia per reati associativi, truffa e abusi edilizi. Coinvolti, a vario titolo, ex amministratori e funzionari pubblici. Durante la tavola rotonda si p parlato di spopolamento e sono arrivate le proposte per il recupero dei centri storici del Matese seguendo una logica meno invasiva, ecosostenibile e basata sul concetto che è il paesaggio a comunicare cosa fare al suo interno, anche in termini energetici. Durante l’incontro, organizzato dal Cai (Club alpino italiano) e voluto dal sindaco Domenico Scuncio con l’assessore Antonio Maddalena, esperti in bioarchitettura dell’Università Federico II di Napoli hanno spiegato come la riqualificazione si possa tradurre in risparmio energetico. Via libera a materiali come il sughero, la lana di pecora, il legno, la cellulosa, l’argilla cotta o la canapa. Attenzione al fattore invecchiamento nel recupero urbanistico. Per portare energia, acqua e fogne anche nelle  masserie trasformate in villette ci sono i sistemi di fitodepurazione e di potabilizzazione dell’acqua piovana. Il principio è di non prendere troppo dalla terra e non buttare eccessivi rifiuti nella stessa. «Ma l’energia arriva anche dagli scarti e dalle biomasse. E per sfruttare il vento – ha detto Dora Francese  – c’è il mini o micro eolico»

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un commento

  1. Carissimo Presidente URGE un Piano per il “REGOLAMENTO INTERNO DEL PARCO” che sono 12 anni cge è sprovvisto