san potito sannitico. Una sigaretta, l’ultima maledetta sigaretta della giornata, potrebbe essere stata la causa della morte di Elia Occhibove. Morto a soli diciotto anni per le conseguenze della caduta dal terrazzo della sua abitazione. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il ragazzo – iscritto all’ultimo anno dell’Isituto Industriale – intorno alle ore ventitrè dello scorso lunedì, sarebbe uscito su un terrazzo dell’abitazione, ubicata nel centro di San Potito Sannitico, per fumare l’ultima sigaretta, prima di rilassarsi fra le braccia di Morfeo. Probabilmente, anche a causa dwel pavimento bagnato, potrebbe essere scivolato precipitando sul selciato.
L’impatto al suolo, dopo un volo di circa quattro metri avrebbe prodotto conseguienze devastanti sul corpo di Elia: gravissimi lesioni agli organi interni e un trauma cranico. Sarà il padre a ritrovarlo dopo alcuni minuti.
Attraverso l’ambulanza del 118, il diciottenne viene prima trasferito all’ospedale di Piedimonte Matese e poi al civile di Caserta. Ieri, purtroppo, il triste verdetto dei medici che hanno sancito la morte celebrare di Elia.
I genitori hanno autorizzato l’espinato degli organi per la donazione. La notizia della morte di Elia ha fatto il rapido giro del piccolo comune dove in tanti lo conoscevano e stimavano. Elia era un ragazzo tranquillo e generoso, il sacerdote Don Franco Pinelli, di S. Potito Sannitico si è recato a Caserta per essere al fianco dei genitori. ”Un ragazzo pulito – ha subito sottolineato Don Franco, il sacerdote che è amatissimo qui a San Potito –Elia era l’amico di tutti, grazie al suo carattere gioviale: Sempre disponibile, sempre sorridente. Un dramma profondo che colpisce pesantemente la famiglia verso la quale tutti noi abbiamo il dovere di stare vicino in un momento difficile. Ma un dolore anche per la nostra comunità. Il gesto dei genitori, nell’autorizzare l’espianto di organi è un grande gesto di una grande famiglia che deve rimanere per noi un esempio per sempre. Se ne va un ragazzo straordinario. Non voglio aggiungere altro”, ha detto commosso Don Franco.
IL COMUNICATO AIDO
Ogni volta che la vita vince sulla morte, siamo in presenza di una notizia che non può essere taciuta ma che, al contrario, va amplificata con ogni mezzo. Bisogna dare enfasi al gesto che rende possibile una notizia come questa: la donazione degli organi. In un momento di dolore profondo, violento, devastante che colpisce una famiglia, il papà e la mamma di Elìa Occhibove, di San Potito Sannitico, hanno trovato la forza d’animo e la serenità di dire un grande “sì” alla vita. Elìa era un bel ragazzo di 18 anni che, nel pieno della gioia della giovane età, si impegnava con profitto a scuola, nello sport e in tante altre passioni e interessi.
I suoi genitori hanno voluto donare la vita del loro figliolo a qualcuno che non conosceranno o incontreranno mai ma che, adesso, vede premiata la speranza di poter rinascere.
Come Presidente dell’AIDO Campania e del Gruppo Comunale AIDO “Liberato Venditti” di Piedimonte Matese, voglio esprimere la nostra sentita partecipazione al dolore che ha colpito la famiglia Occhibove, voglio dire grazie per l’altissimo gesto di solidarietà umana e cristiana che hanno compiuto.
Non è vero che la società oggi è egoista, sorda ai bisogni dei più deboli, vinta dalla crisi che la attanaglia: il gesto di amore compiuto dalla famiglia Occhibove ci indica che l’animo umano conserva un profondo senso di fratellanza e disponibilità verso il prossimo, occorre solo fare emergere questi sentimenti, senza paura, per vincere il senso di solitudine e di smarrimento.
Consentitemi di dire un grazie convinto e sincero anche alla dottoressa Anna Fabrizio, anestesista rianimatore e coordinatore per i trapianti dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, dove è avvenuto il prelievo degli organi. Il suo lavoro è importantissimo e silenzioso, professionale nel coordinamento del percorso che accompagna alla donazione, autenticamente umano nella costante vicinanza alla famiglia del donatore, in un momento in cui si condividono paura, disperazione, smarrimento, ma si decide ugualmente di vincere con la vita il dramma e il dolore.