CALVI RISORTA / ROCCHETTA E CROCE – Bruciano, ancora, senza sosta, i boschi del Monte Maggiore, attraverso una metodologia ben precisa che vede divampare focolai, quasi contemporaneamente, in più punti. Pochi giorni fa un incendio di vaste proporzioni ha raso al suolo intere colline ai margini sud della catena montuosa del Montemaggiore. Decine e decine di ettari di macchia mediterranea e di bosco sono andati in fumo in un vasto territorio a cavallo fra i comuni di Pignataro Maggiore, Giano Vetusto, Rocchetta e Croce e Calvi Risorta. Le fiamme sono rimaste attive per diversi giorni con pochi e pochi uomini a contrastare un fronte di oltre un chilometro di fuoco. Così, metro dopo metro, intere colline sono finite miseramente in fumo. Tutto conferma l’azione criminale sistematica protesa alla distruzione di quei boschi che rappresentano – certamente – una delle ultime zone ancora selvagge dell’intera provincia di Caserta. Le fiamme, ogni anno, divorano sempre gli stessi punti, sempre le stesse aree, riducono in cenere centinaia di ettari di montagna che costituiscono un pregiatissimo microcosmo per animali e piante. Micidiale la tecnica con cui si appiccano i roghi in punti diversi, sia per favorire l’allargamento del fronte, sia per rendere più difficile i soccorsi. Pochi i dubbi sul fatto che il fuoco venga innescato da azioni dolose. E’ enorme il costo, per la collettività che paga per le opere di soccorso necessarie per lo spegnimento e la messa in sicurezza delle aree interessate dal fuoco. Quasi mai i colpevoli vengono individuati e puniti. Sotto accusa, per primi, finiscono, i bracconieri – molto attivi in zona e i cercatori di asparagi, una specie che cresce meglio dopo il passaggio del fuoco. La legge vieta per lunghi anni qualsiasi tipo di attività nelle aree percorse dal fuoco. Mancano però i controlli per garantire il rispetto di queste regole.
Nessun dubbio sull’origine dolosa delle fiamme. Gli interessi che possono armare la mano del criminale che accende la miccia, sono molteplici.
Gli interessi dei Cacciatori
Le colline comprese fra Calvi e Rocchetta sono, in inverno, un importante punto di passaggio degli uccelli migratori. Al cacciatore che ama sparare a questo tipo di volatile serve un suolo pulito.
Le ragioni dei bracconieri
Nella zona di Calvi Risorta operano vere bande organizzate che si dedicano – tutto l’anno – alla caccia di frodo. Alla luce del sole, con spavalderia. Per loro una montagna troppo folta e impenetrabile diventa un problema. Inoltre ridurre il bosco spinge la selvaggina, soprattutto i cinghiali ad ammassarsi.
Cercatori di asparagi sotto accusa
Sono aree ricche di asparagi che nascono e crescono meglio su un terreno percorso dal fuoco. Soprattutto, per i cercatori che traggono buoni profitti dalla vendita, su una zona incendiata diventa molto più facile raccoglierli.
L’assenza di controlli
La legge vieta qualsiasi tipo di attività – per un periodo medio di 5 anni – nelle aree boscose percorse dal fuoco. Purtroppo l’assenza di controlli permette a chiunque di non rispettare la regola.
Le richieste degli ambientalisti
Da anni, per tentare di limitare i roghi, gli ambientalisti chiedono alla provincia la chiusura della caccia sull’intera catena montuosa.