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Pietramelara – Comune, situazione finanziaria critica: Senese chiarisce i motivi

Pietramelara – L’assessore delle politiche economiche e finanziarie, Maria Teresa Senese, chiarisce alcuni punti dell’ultimo consiglio comunale, spiegando i motivi della grave situazione finanziaria in cui si trova il comune di Pietramelara: “Tenuto conto che l’audio del Consiglio Comunale non è chiaro sottolineo brevemente, per dovere di trasparenza, l’origine dello stato di disequilibrio in cui versa il nostro Comune. Mi dispiace che i dati sono molto tecnici , ma a Lei non mancano mezzi e strumenti necessari per comprendere la realtà anche alla luce dell’incarico di controllo di gestione svolto presso il Comune di Pietramelara. Il risultato di amministrazione prima degli accantonamenti e vincoli( residui attivi+ riscossioni dell’anno- residui passivi + pagamenti dell’anno- Fondo Pluriennale vincolato) ammonta ad €2.839.772,11. Tale risultato, in ottemperanza dei Principi contabili va accantonato e vincolato onde evitare che si possa spendere una disponibilità solo sperata. Gli accantonamenti e i vincoli sono rappresentati dal Fondo Crediti Dubbia Esigibilità, dal Fondo Accantonamento per D.L. 35/2013, dal Fondo Contenzioso e vincoli riguardanti i Trasferimenti. Il risultato di amministrazione risente fortemente del riaccertamento dei residui. Gli uffici, con la nomina del nuovo Revisore, e sotto indicazione dello stesso, hanno verificato le ragioni per il mantenimento delle posizioni pregresse sia attive che passive in bilancio e qualora hanno verificato l’inesistenza di fatti che consentono il mantenimento degli stessi in bilancio hanno proceduto alla loro cancellazione. L’analisi complessa dati contabili ha fatto emergere che gli accertamenti e gli impegni non sono stati mai correttamente imputati, ma prassi consolidata permetteva di:
• Registrare Impegni Tecnici , vietati dalla norma già da qualche anno.
• Registrazione di accertamenti inesistenti.
Mi spiego meglio, l’uffico a fine esercizio si preoccupava di impegnare tutte le somme disponibili in tutte le voci di spesa, incurante del principio che prevede che per impegnare una spesa è necessario seguire il regolare iter cioè determina di impegno basata su necessità concrete dell’ente, spese che trovano fondamento in un contratto, in un appalto ecc. Su questo aspetto, del resto, si sofferma anche il secondo periodo del terzo comma dell’articolo 183 secondo cui,come visto, “i provvedimenti relativi (nda di prenotazione di impegno) per i quali entro il termine dell’esercizio non è stata assunta dall’ente l’obbligazione di spesa verso i terzi decadono e costituiscono economia della previsione di bilancio alla quale erano riferiti, concorrendo alla determinazione del risultato contabile di amministrazione di cui all’articolo 186”. Ciò consentiva di poter utilizzare tale disponibilità per la copertura di spese non previste anche negli anni successivi. Per far fronte a tale capacita di spesa, la prassi consolidata consentiva di inserire in bilancio voci di entrate che non erano supportate da effettiva capacità dell’ente di riscossione. L’emblema di tale comportamento si legge nella voce Imu , infatti venivano accertate somme senza aver effettuato alcune attività accertativa. L’ IMU va contabilizzata sulla base dell’effettivo incasso che l’ente ottiene nel corso dell’esercizio, infatti l’ente per la riscossione ordinaria non svolge alcune attività, ma i contribuenti versano l’IMU sulla base di autoliquidazione.
È possibile iscrivere residui solo laddove l’ente ha avviato l’attività accertativa, soltanto nel momento in cui l’ente notifica gli avvisi di accertamento per omesso pagamento, ha il ragionevole titolo per l’iscrizione di poste attive. Ebbene, tenuto conto che al momento del nostro insediamento gli accertamenti erano fermi dall’anno 2012 e abbiamo notificato avvisi esclusivamente per le annualità 2012 e 2013, abbiamo riscontrato in contabilità accertamenti IMU inesistenti per le annualità 2012/2013/2014/2015/2016 . Il riaccertamento di tali residui ha fatto registrare insussistenze per un totale di € 817.757,77. Non basta aver effettuato una pulizia dell’anagrafica mediante incarico alla dittya Golem per iscrivere poste attive ma è necessario notificare gli accertamenti ai contribuenti ed approvare il ruolo con regolare determina. Mi dispiace dover sottolineare nuovamente che questa operazione doveva essere svolta nel lontano 2013 quando con l’ingresso della contabilità armonizzata il legislatore dava la possibilità di:
a) Ottenere un finanziamento per anticipazione di liquidità;
b) Di ripulire il bilancio con l’operazione di Riaccertamento Straordinario, dei residui;
c) Ricoprire il disavanzo in trentanni.
Ebbene, anche questo strumento che la legge permetteva di utilizzare per riportare le gestioni fallimentari in bonis è stato gestito senza alcuna logica e in maniera estremamente superficiale. Questa opportunità, questo rimedio stabilito dalla legge che avrebbe permesso di fare pulizia di residui non veritieri, che avrebbe consentito di avere un bilancio reale, di potere contare su un documento contabile efficace e snello è stata gestita senza capirne il valore: tutto è stato trattato, come un mero adempimento formale senza alcun contenuto. Tutto ciò naturalmente prima o poi genera una situazione non sostenibile, quel disavanzo nascosto nel 2013 ripianabile in 30 anni, oggi è cresciuto e ci conduce a scelte di natura straordinaria. Il revisore sottolinea nel proprio parere che la pulizia dei residui conduce tendenzialmente verso il rispetto della corretta rappresentazione dei crediti, ma sottolinea che le stesse cancellazioni rendono inattendibili i risultati di amministrazione delle gestioni pregresse, con raggiungimenti degli equilibri di bilancio e di finanza pubblica in modo meramente apparente e non sostanziale. Situazione questa che abbiamo ampiamente illustrata nel momento di approvazione del preventivo 2019-2021 analizzando soltanto l’incidenza della quota di accantonamento per il Fondo anticipazione di Liquidità DL 35/2013 Per completezza il dato certificato dalla Cassa Deposito e Prestiti, non corrisponde a quanto era stato inserito nel risultato di amministrazione già a partire dal rendiconto del 2014, falso numerico che si è ribaltato nel successivo rendiconto 2015, e nel rendiconto 2016 e nel rendiconto 2017. Secondo le indicazioni della Corte dei Conti il mutuo ricevuto per anticipazione di liquidità va rappresentato contabilmente mediante un Fondo pari all’importo erogato per le finalità di estinzione dei debiti di €. 1.916.605,22 ridotto di anno in anno dell’importo della quota restituita. La corretta contabilizzazione fa emergere che nel 2014 il rendiconto avrebbe dovuto registrare solo per effetto del DL 35 un disavanzo di €. 926.485,92; il 2015 un disavanzo di € 164.289,05 oltre la copertura della quota parte del disavanzo dell’esercizio precedente, il 2016 un disavanzo di €. 200.559,41 oltre la copertura della quota parte del disavanzo dell’anno precedente e così via. Questo ci fa capire che il risultato di amministrazione che oggi appare drammatico e sconcertante , in realtà è drammatico e sconcertante già da diversi anni, nonostante tutto si è continuato a spendere, nonostante tutto si è continuato e perpetuato nella stravaganza contabile. Condivido con Lei che saranno gli organi competenti a stabilire le responsabilità tecniche e politiche e gli eventuali danni erariali.”

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