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ROCCAMONFINA – Castagneti flagellati dal cinipide, ma gli amministratori amano solo lo show

ROCCAMONFINA – Il cinipide non ama la ribalta, fa il proprio lavoro in silenzio e lo fa benissimo. Ogni anno provoca danni pesantissimi alle castagne. Gli amministratori di Roccamonfina, invece, amano la ribalta, si nutrono di show, e contro il cinipide non muovono un dito, amplificando così i danni prodotti dalla piccola vespa giapponese. Non basta una padella gigante per la lotta al cinipide, non bastano gli annunci e gli show. Servono azioni concrete. Ma, di questi tempi, la concretezza è merce davvero merce rara.
Anche quest’anno le castagne saranno un miraggio. Anche quest’anno centinaia di impresa soffriranno per le gravi perdite che saranno costretti a subire. Ancora un anno nero per il settore della castanicoltura. E’ una facile ipotesi. Basta guardare i danni che il cinipe ha già prodotto, finora, sulle castagna (la foto allegata).
Il cinipide lavora costantemente e incessantemente, fa ciò che sa fare meglio: deporre le proprie uova all’interno del giovanissimo frutto. Le larve del cinipide avranno tanto cibo. I castanicoltori, invece, non avranno niente.  Potranno sempre divertirsi alla prossima sagra dove potranno  gustare le castagne di avellinesi.
Il flagello del cinipide che da diversi anni si sta abbattendo sui castagneti dell’Alto Casertano, continua ad avere effetti devastanti sull’economia di molte comunità dell’area; comunità che traevano linfa vitale dal ciclo della castagna. Dall’inzio dell’infezione (2002) ad oggi, la produzione di castagna è ridotta, mediamente del 70%
Anche il cinipide, come molti mali del nostro Meridione, arriva dal Piemonte (dove furono importate piante di castagna dall’oriente) e devasta i castagneti italiani. Lungo i fertili pendii del vulcano di Roccamonfina sono diverse decine gli ettari flagellati dal parassita. Gli attacchi di questo temibile fitofago possono determinare gravi danni, con perdite rilevanti non solo per quanto riguarda la produzione di frutti, ma anche con riferimento agli accrescimenti legnosi. L’economia di una vasta area rischia il tracollo a causa della crisi che sta investendo il settore produttivo della castana. Il Cinipide è arrivato in Italia attraverso delle gemme importate dall’oriente e utilizzate dai vivai piemontesi per gli innesti. La propagazione del parassita sul territorio nazionale è stata proporzionale alla diffusione della varietà giapponese.

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