ALIFE – Sono state le foto realizzate dallo stesso imputato e meticolosamente conservate su un telefonino, la prova regina che ha permesso ai giudici di infliggere la pesante condanna a danno di Domenico Marra. Oltre 3000 scatti realizzati nel tempo che ritraggono la giovanissima vittima in posizione e atteggiamenti hard. Foto che, secondo la Procura, servivano anche per ricattare la ragazzina, per costringerla al silenzio, per evitare che la stessa potesse raccontare gli abusi subiti. Ieri, dopo un breve processo, Domenico Marra, è stato condannato alla pena di 7 anni e 4 mesi di carcere. I suoi difensori, gli avvocati Emanuele Sasso e Giuseppe Stellato, ha già annunciato che ricorrerà ai giudici dell’appello. Attualmente l’imputato si trova agli arresti domiciliari con il permesso di lavorare presso l’azienda Garofalo a Ciorlano in località Torcino.
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