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PIGNATARO MAGGIORE – Intimidazioni, Caimano ai giudici: sono innocente

PIGNATARO MAGGIORE. Per imporre il monopolio dei loro prodotti (gas in bombole) non avrebbero esitato a minacciare e intimidire alcune ditte rivali. Fra i cinque arrestati c’è anche Alfredo Caimano, dipendente della ditta Mauriello di Pitramelara. Ieri, durante l’udienza per il riesame, l’operaio si p difeso strenumamente: “sono innocente, sono estraneo ad ogni accus ac he mi viene contestata.
I giudici napoletani si sono riservati la decisione sulla scarcerazione degli indagati, fra cui lo stesso Caimano.
Le accuse contro i cinque arrestati sono pesanti e arrivano fino “al metodo mafioso”. In tanti hanno espresso solidarietà alle vittime sia per i torti subiti, sia per il coraggio che hanno avuto nel presentare dettagliate denunce. Ci sono, tuttavia, anche coloroche ritengono le persone coinvolte nei fatti, innocenti e vittime di un malinteso. Saranno i giudici, tuttavia a fare chiarezza sulla vicenda.
Nell’intera vicenda la posizione che per ora appare più leggera è quella dei due dipendenti della Mauriello. Secondo l’accusa avrebbero preso parte ad un solo episodio di intimidazione nei confronti del titolare di una ditta concorrente. Insomma Antonio Gliottone e Alfredo Caiamano potrebbero chiarire presto la loro posizione. Fra gli arrestati ci sono anche due dipendenti della Mauriello Petroli: Antonio Gliottone e Alfredo Caiamano. Il primo di Riardo (anche se da tempo domiciliato a Caianello), il secondo di Pignataro Maggiore. Secondo l’accusa anche i dipendenti dell’azienda Mauriello partecipavano attivamente alle azioni intimidatorie.
L’indagine ha consentito di accertare come il titolare di una ditta di distribuzione di gpl in bombole, unitamente agli altri indagati, imponesse con l’utilizzo del metodo mafioso, il proprio monopolio nei comuni dell’alto casertano, impedendo alle altre ditte del settore di consegnare le loro forniture. Sono state, inoltre documentate le ripetute vessazioni perpetrate anche attraverso l’uso della violenza sui venditori al dettaglio di gpl, costretti a rifornirsi in maniera esclusiva presso quell’esercizio commerciale ad un prezzo imposto, favorendo, in tal modo il citato sodalizio criminale. Le intimidazioni contro l’imprenditore Francesco Miele partono da lontano. Diverse volte, secondo alcune indiscrezioni raccolte in paese, l’uomo sarebbe stato minacciato direttamente o indirettamente. Volevano che smettesse di fare il proprio lavoro, che chiudesse la propria attività.
In un’occasione fu minacciato anche un dipendente che il giorno dopo lasciò il lavoro. Lui, Francesco, non si è mai arreso. Gli episodi di violenza sono numerosi: ai titolari delle aziende concorrenti venivano anche indicati i Comuni in cui operare e quelli, invece, off-limits.

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un commento

  1. Quando ci sarà il processo conclusivo?