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CAPUA – Chiude la Oma Sud

CAPUA. “Le ultime notizie che pervengono dalla Direzione Oma Sud, in merito al carico di lavoro presente in Azienda ed ai pagamenti delle spettanze arretrate, sono a dir poco drammatiche. La direzione del personale ha stabilito il calendario delle presenze per le prossime due settimane. La prima settimana prevede la presenza di circa 20 persone, per la maggior parte personale dirigente, in merito alla seconda i dipendenti tutti, saranno collocati in CIGD, con conseguente chiusura dell’azienda.
Tutto ciò in mancanza di risposte concrete da parte del dott. Proietti, proprietario dell’Azienda, impegnato nell’acquisto di ATR GROUP in Teramo.
In arretrato per i dipendenti di Oma Sud, si segnala il mancato pagamento degli stipendi da settembre 2012, ticket mensa da due anni e mezzo, contributi previdenziali e sociali, da circa un anno, pagamenti cessioni quinto dello stipendio alle rispettive finanziarie, da marzo 2012 malgrado trattenute.
Le famiglie dei dipendenti sono alla fame, in gravissime difficoltà economiche, con pendenze a vario titolo. Gli stessi si appellano a chiunque, Istituzioni, Organi di Vigilanza e Controllo, insomma chiunque abbia il potere di poter intervenire, per un’attività di controllo nei confronti di questa Azienda plurifinanziata, a più riprese, per diversi anni e svariati milioni di Euro dallo Stato, in favore dei dipendenti e delle proprie famiglie”.
Questo il documento con cui i dipendenti Oma Sud hanno annunciato l’inizio della fine.
Qualche mese fa, per attenuare le sofferenze dei dipendenmti arrivò un gesto di grande solidarietà da parte del CIRA   nei confronti dei dipendenti dell’Oma Sud di Capua, alle prese con una crisi aziendale che, negli ultimi tempi, si è particolarmente acuita. In favore di tutte le maestranze dell’Oma Sud sono arrivati fondi di solidarietà raccolti al CIRA e numerosi ticket mensa.  Le proteste, anche dure dei dipendenti, il blocco dell’azienda per oltre dieci giorni, i tavoli annunciati in Prefettura e a Confindustria e l’interpellanza parlamentare firmata dall’onorevole Gianfranco Paglia, ad oggi, non hanno ancora prodotto esiti positivi per la vicenda. Da più parti si è annunciato che l’azienda vanta un credito presso il Ministero dello Sviluppo Economico di svariati milioni di euro che, sulla carta, avrebbe dovuto garantire finanziamenti da parte delle banche.
Non è stato chiarito, però, perché questo credito rimane ancora bloccato vista la grave situazione che si sta registrando nello stabilimento capuano.

 

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