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Proibizionismo, calano le entrate per l’Erario in attesa degli effetti del Decreto Dignità


CASERTA – Dallo studioNuovo Proibizionismo, quale impatto, condotto dall’Istituto per la competitività I-com con l’obiettivo di analizzare gli effetti delle misure di tipo proibizionistico su alcune tipologie di beni come tabacco, alcool e giochi, è emerso un dato quantomai significativo: riduzione della raccolta rispetto al dato dell’ultimo anno disponibile pari ad un valore compreso tra i 14,4 e i 21,6 miliardi di euro, riduzione delle entrate per l’erario tra i 1,5 e i 2,3 miliardi di euro. Dati su cui potrebbe presto avere impatto il divieto di pubblicità insito nel Decreto Dignità con uno spostamento di valore dal mercato legale a quello illegale. Crollano le entrate dell’erario, dunque, a seguito degli aumenti del Preu e dei ban su pubblicità.

Lo studio ha evidenziato la difficoltà e l’inefficacia delle misure proibizionistiche sul gioco d’azzardo in territorio nazionale, laddove c’è possibilità di giocare online, e come anche quest’ultima branchia del settore sia complicata da bandire. Inoltre, si è evidenziato come i mercati illegali ricevano vitale linfa dallo spostamento di mercati legali, su cui vigono le misure di divieto, ma che ugualmente in qualche modo entrano in concorrenza con filiere della produzione totalmente legali in distribuzione e vendita. Il consumatore, così, si trova a scegliere tra mercati legali ed altri illegali. L’aumentare della concorrenza sleale sul gioco illegale ha calmierato i prezzi del mercato generale, provocandone una spinta al ribasso.

Le probabilità che i flussi delle giocate vadano ad indirizzarsi su mercati diversi da quelli legali sono ampie e certificate a causa anche dell’esistenza del cosiddetto mercato grigio, molto più facilmente fruibile del mercato illegale e prevalentemente in rete (l’articolo che evidenzia come il gioco d’azzardo illegale abbia sfondato il muro dei 20 miliardi di euro). Questo accresce l’effetto di sostituzione a cui possono essere soggetti i giochi sul mercato legale per due motivi: una maggiore offerta, che gli utenti non riconoscono subito, o non sempre, come immediatamente legale. Nel breve periodo i prezzi inferiori e maggiori payout garantiti dalla branchia illegale causano una crescita dei prezzi del mercato legale, il che provoca uno spostamento della domanda verso il secondo canale.  Sul lungo periodo, invece, i prezzi differenti rischiano di causare un effetto depressivo sui prezzi legali che, con lo scopo di impedire la riduzione della domanda, agiscono al ribasso, andando così a gravare ulteriormente ed in misura forse maggiormente negativa sulle entrate fiscali. E il divieto di pubblicità?

La pubblicità, il cavallo di Troia del Decreto Dignità, andrebbe, per ipotesi, ad aumentare il differenziale di payout tra mercato legale ed illegale.  La minore informazione disponibile può essere infatti assimilata, in termini di effetti, ad un aumento del prezzo della giocata dovuto a misure di tipo proibizionistico quali la crescita della tassazione, su tutte.

Le misure proibizionistiche, come l’aumento della imposizione fiscale o il divieto di consumo, generalmente portano aumenti di prezzi sul mercato per scoraggiare il consumo di un bene. Per quel che riguarda la pubblicità il divieto potrebbe generare una asimmetria informativa, portando così i consumatori finali a percepire una riduzione delle aspettative di vincita legate ai giochi sul mercato legale, spingendoli giocoforza, a cercare alternative convenienti. Questo significa che la riduzione del consumo di gioco legata alla misura di limitazione dell’informazione potrebbe subire una sovrastima, nascondendo in realtà uno spostamento verso l’illegale. L’effetto del proibizionismo è maggiore laddove la variazione di prezzo è mediamente più elevata. Dunque, per i giochi, l’effetto di misure destinate a scoraggiare il consumo, possono portare a sovrastimare l’effetto sperato ed atteso della riduzione di consumo. Verosimilmente parte della riduzione di consumo stimata si trasferirà ad un mercato illegale o, nel caso dei giochi, ad una area facilmente fruibile.

La raccolta e il gettito relativo, di conseguenza, si potrebbero ridurre a causa dell’aumento dei prezzi sul mercato legale, dovute anche all’inasprimento della concorrenza sul mercato illegale.