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CASERTA – Pdl, Cosentino resta fuori dalle liste “E’ scappato con le carte del partito”. Pensava di spaccare il partito invece tutti i “suoi amici” corrono a firmare per Silvio

CASERTA – Liste elettorali: nel Pdl corsa finale degli impresentabili, da Cosentino a Scilipoti

Continua nel Pdl lo piscodramma della candidatura di Nicola Cosentino, accusato di corruzione e di collusione con la camorra casalese, oggetto dell’ennesimo vertice febbrile a Palazzo Grazioli mentre si avvicina la scadenza delle ore 20 di oggi, termine improrogabile per presentare le liste. Secondo il sito di “Il Mattino”, alla fine il partito ha deciso di tagliarlo fuori, ma a questa scena sarebbe seguito un nuovo colpo di scena: Cosentino sarebbe sparito dalla riunione parallela in corso a Napoli, portandosi via i documenti necessari per presentare le liste. Con l’intenzione di far saltare tutti i giochi del partito in Campania se il partito vorrà far saltare lui. La crisi insomma precipita dopo che le ultime indiscrezioni davano per l’”impresentabile” ex sottosegretario un posto sicuro al numero tre della lista del Senato.

Dato per perso, almeno finora, l’altro impresentabile campano Alfonso Papa, che però pare intenzionato a lottare fino all’ultimo: ”Mantengo ferma la mia candidatura”, ha spiegato a Par condicio di Klaus Davi, anche “per la battaglia tutta politica che sto facendo per un tema che riguarda i diritti civili degli ultimi. Ma sarà “Berlusconi in prima persona a decidere, assumendosi tutte le responsabilità politiche, storiche e anche di coerenza personale”.

mentre dovrebbero rientrare Amedeo Labocetta e Vincenzo Nespoli, dati per esclusi appena poche ore fa. Ha comunicato la rinuncia a presentare la sua candidatura un altro protagonista dell cronache giudiziarie, Marco Milanese: ”Preso atto delle polemiche pretestuose che la mia candidatura pone al partito – ha detto all’Ansa – pur considerando che nei miei confronti non è intervenuta neanche una sentenza di primo grado, comunico di aver ritirato sin da ieri la mia candidatura dalle liste del Pdl al fine di evitare ogni strumentalizzazione delle mie vicende giudiziarie”.

Ma per qualche impresentabile che se ne va, altri ne arrivano. Sempre nel Pdl, nella Liguria orfana di Claudio Scajola (che ha rinunciato per non essere sottoposto ad altri “esami” etici) spunta a sorpresa Augusto Minzolini, l’ex direttore del Tg1 di strettissima osservanza berlusconiana, sotto processo per peculato per le spese effettuate con la carta di credito Rai. Sarà secondo in lista al Senato, dopo un pluri inquisito e imputato, ma di lusso, cioè Silvio Berlusconi. Sempre in Liguria, ma alla Camera, il Pdl non rinuncia all’uscente Eugenio Minasso, fotografato nel 2005 mentre festeggiava la vittoria elettorale con un esponente della famiglia Pellegrino, al centro della successiva inchiesta che ha portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Bordigher.

E proprio nel giorno della presentazione delle liste, arriva una richiesta di condanna a sei anni e sei mesi di reclusione per Raffaele Fitto, pupillo di Berlusconi, capolista alla Camera in Puglia. Nel procedimento in corso a Bari, l’ex governatore è imputato er corruzione e altri reati insieme a Giampaolo Angelucci della Tosinvest.

Condanne a 6 anni e 6 mesi di reclusione per l’ex ministro Raffaele Fitto e 4 anni e 6 mesi per l’imprenditore Giampaolo Angelucci sono state chieste a Bari dal pm Renato Nitti, a conclusione di una requisitoria sviluppatasi per 4 udienze. Si tratta del processo in corso dinanzi alla Prima sezione del Tribunale di Bari che vede coinvolti 43 imputati e 6 societa’, tra cui l’ex presidente della Regione Puglia e il capo del gruppo Tosinvest.

Non è solo una questione di inquisiti. A poche ore dal deposito ufficiale delle liste, si fanno strada anche nomi di personaggi dalle parabole politiche molto discusse. A cominciare da Domenico Scilipoti, il pittoresco “responsabile” che fu tra i salvatori del governo Berlusconi dopo l’addio di Gianfranco Fini alla maggioranza berlusconiana, possibile candidato al Senato in Calabria. Altro “responsabile” che potrebbe essere premiato, l’ex Idv Antonio Razzi, per il quale si parla di un posto sicuro alla Camera in Abruzzo. Lo sesso Razzi che ammise davanti a una telecamere di La7 “siamo qui a farci i cazzi nostri”, riferito al Parlamento. (ilfattoquotidiano)

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