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Antonio Marotta (a sx), e suo figlio Emilio

Mignano Montelungo – Incredibile: operaio muore schiacciato nel compattatore. Il padre di Emilio denunciato per diffamazione. Comunità indignata

Mignano Montelungo – Il padre di Emilio Marotta, l’operaio morto schiacciato nel compattatore dei rifiuti, sul quale stava lavorando, sarà processato. Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari di Cassino che ha così ritenuto fondata la denuncia presentata dagli imprenditori Iovino Lorenzo e Iovino Carla Maria; oltre che dal tecnico comunale di Mignano Montelungo, Fuoco Benedetto. E’ utile ricordare che l’imprenditrice Carla Iovino ha patteggiato la pena nel processo a suo carico, nell’ambito della stessa vicenda (Mignano Montelungo – Operaio morto nel compattatore, imprenditrice patteggia la pena: condannata ad un anno e otto mesi).
Probabilmente in un momento di sconforto Antonio Marotta, padre del giovane Emilio, scrisse frasi, forse, troppo forti verso le persone coinvolte nel processo per la morte dell’operaio. Frasi ritenute offensive da parte degli interessati che si sono rivolti al giudice che ora dovrà decidere sulla vicenda.
La comunità di Mignano Montelungo è indignata per la querela contro Antonio Marotta. In tanti, infatti, ritengono che quell’uomo vada solo capito e che nessuno può sentirsi offeso dal grido di dolore di un padre a cui è stato strappato un giovane figlio, in un modo atroce.  Sarebbe tanto difficile perdonare ad Antonio un eventuale errore? Perchè accanirsi contro un uomo già devastato dal dolore?
 “A chiusura delle indagini il GIP – spiega Marotta – riteneva che offendevo, attraverso facebook, la reputazione delle tre persone proponenti la denuncia. Addirittura, si legge, che io a volte ho seguito i fratelli Iovino causando loro uno stato di ansia tale, per cui non uscivano di casa. Mignano ha solo queste strade – continua Marotta – ed io non posso sapere se dietro di me o davanti a me ci sono loro. Quando ho scritto che sono responsabili della morte di mio figlio, non ho scritto bugie, perché lo sono per stessa ammissione di qualcuno di loro. Debbo ritenere – continua Marotta – che  siamo di fronte a chi oltre ad essere colpevole di omicidio colposo tenta di trarne un guadagno economico.
Naturalmente,
conclude Marotta, andrò al processo accompagnato dal mio legale Adriano Cortellessa. Io sono uno che guardo negli occhi chi mi accusa, ben altro rispetto a chi accusato si nasconde dietro un avvocato”.

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