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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Usura, 400 euro al giorno solo per gli interessi: otto arrestati. Ecco le fote

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Usura/ Interessi di 400 euro al giorno, 8 fermi . Vittima titolare ricevitoria Lotto di Santa Maria Capua Vetere.  Interessi usurai fino a 400 euro al giorno nei confronti di una donna, titolare di una ricevitoria del Lotto e vittima delle pretese di un gruppo di usurai. Otto i provvedimenti di fermo eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. L’operazione ‘Dea bendata’, coordinata dalla Procura sammaritana, riguarda altrettanti indagati responsabili di usura ed estorsione. Nel corso delle indagini è emerso che la vittima era costretta a versare ai suoi aguzzini cifre da capogiro ogni giorno per coprire i soli interessi usurai sulle somme prestate. E’ in corso anche l’esecuzione di decreti di sequestro finalizzati al recupero del denaro percepito illecitamente dal gruppo criminale.

A conclusione di un’articolata indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere- Sezione criminalità economica e  il Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di
S.Maria C.V. ha eseguite) in data odierna otto decreti di fermo di indiziato di delitto nei confronti dei soggetti di seguito indicati:
1 . GIGLIO Tommaso del 1965- titolare di una gioielleria
2. VINCIGUERRA Lorenzo del 1982- commerciante
3. MARCIANO Luigi del  4. IO.1989 – nullafacente
4. CARFORA Francesco del 1950 – nullafacente
5. FEDELE Giuseppe del 1953 – commerciante
6. CIOFFI Michele del 1949 – pensionato
7. GALBIATI Gaetano del 1968 – ex appartenente alla Poliza Penitenziaria
8. ORSO Costanza del 1972 – titolare di gioielleria moglie di Giglio Tommaso.
I reati contestati agli indagali, nei diversi ruoli, riguardano fatti di cui agli articoli 110, 644- 1°2° e 4° comma e.p.(concorso in usura aggravata), 110,56-629 cpv c.p. (concorso in estorsione aggravata) ed altri fatti illeciti collegati, tra cui lesioni personali e furto aggravato. L’operazione in esame giunge a conclusione di complesse indagini all’esito delle quali risultano acquisiti, a carico dei predetti, gravi indizi di colpevolezza in relazione ai delitti di usura, estorsione e deten/ione di armi. Indagine penale trae origine dalla denuncia sporta nell’ottobre 2012 da Palmieri Loredana Slefania – titolare di una ricevitoria di Maddaloni la quale rappresentava dì essere sottoposta ad usura ad opera di alcuni commercianti della zona. La donna si presentava presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di S. Maria C.V. accompagnata da Pietro Russo, responsabile provinciale dell’associazione Antiracket , esternando i suoi timori a recarsi al Commissariato di zona ove prestava servizio il fratello di uno dei protagonisti della vicenda che si apprestava a denunciare. Nella metà dell’anno 201 1  era stata costretta a richiedere un prestito a Fedele Giuseppe il quale si offriva di anticipare a titolo oneroso l’ammontare delle vincite superiori all’importo di C 2.200.00, fino al quale è consentila la riscossione presso la
ricevitoria. La prima elargizione ammontava a  3.000,00 euro con pagamento di interessi pari ad euro 300.00 con cadenza settimanale.  Il prestito progressivamente raggiungeva l’importo complessivo di   42.500.00 euro
circa per il solo capitale, con corresponsione di C 23.000,00 a titolo di interessi nell’arco di soli sei mesi durante i quali la vittima versava all’usuraio la somma complessiva di circa 65.000,00 curo. L’importo complessivamente ricevuto in prestito dalla Palmieri ammonta a circa 100.000,00 euro, mentre la somma restituita in soli sei mesi è risultata pari al doppio dell’importo medesimo, con corresponsione di interessi usurari in misura supcriore al 400% annuo.  Degno di nota è il fatto che la vittima usurata si rivolgeva ad un secondo usuraio per corrispondere le rate di interessi relativi al prestito elargito dal primo fino  dover fronteggiare ben quattro distinti rapporti debitori: l’impossibilita di far fronte lle restituzioni, la inducevano a vendere i locali della ricevitoria o la relativa concessione. A seguito del rifiuto della donna di esaudire le incessanti richieste degli indagati, gli stessi  non esitavano a formulare esplicite minacce di morte quotidiane nei confronti della Palmieri e del coniuge oltre che nei confronti delle fìgli minori. Solo pochi giorni orsono  concordavano di appiccare, a scopo intimidatorio il fuoco all’autovettura della Palmieri. L’indole spregiudicata e criminale degli usurai, alcuni dei quali gravati da precedenti specifici  si è spinta al punto da spingere Giglio e Marciano ad aggredire
Pascarella Antonio, dipendente della denunciante, al fine di intimorirla e costringerla a pagare. Dalle indagini emerge come quasi tutti gli indagati non abbiano formulato dichiarazioni veritiere  dei redditi negli ultimi anni.
Si sottolinea come, ancora una volta, dalla importante decisione della parte lesa di denunciare i suoi usurai è stalo possibile attivare immediatamente  ( poco più di un mese di indagini) gli accertamenti, anche patrimoniali, che hanno consentito alla Procura di emettere, alla luce del consistente quadro probatorio acquisito, il  presente decreto di fermo. Allo stato non emerge alcun concreto collegamento con la criminalità
organizzala locale. Il prosieguo delle indagini consentirà di far luce sulla reale portata e sulle dimensioni del fenomeno usurario, di cui il provvedimento eseguito rappresenta solo uno spaccato.

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