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Franco Mottola, ex comandate caserma carabinieri di Arce

Arce / Teano – Serena uccisa nella caserma carabinieri, una busta di plastica potrebbe incastrare gli assassini. Ma il caso appare di difficile soluzione

Arce / Teano – Il caso di Serena Mollicone, la giovane uccisa quasi venti anni fa nel comune di Arce, continua a rappresentare un giallo dalla difficile soluzione. Nonostante l’impegno della Procura non si riescono ad ottenere i necessari collegamenti per arrivare agli assassini. Da anni la vicenda pesa su diverse famiglie. Pesa sulla famiglia di Serena che, giustamente chiede giustizia; ma pesa anche sulle famiglie delle persone indagate. E’ il caso della famiglia dell’ex maresciallo dei carabinieri Mottola che da anni è al centro dell’inchiesta. Loro, i Mottola, hanno sempre respinto ogni accusa dichiarandosi estranei ai fatti.
Certamente, negli ultimi tempi, sono stati fatti grossi passi avanti. E’ stato stabilito che la morte è avvenuto all’interno della caserma dove la giovane fu scagliata contro una porta. La  testa della giovane lasciò un segno preciso su quella porta. Nei suoi capelli sono rimasti residui di colla e di legno. Tracce conservate, nonostante il tempo, nella sacchetto di plastica utilizzato per incappucciare la ragazza durante il trasporto. Dopo essere stata picchiata e stordita il corpo venne trascinato sul pavimento di un terrazzino. Lo conformerebbero  i frammenti di vernice bianca e ruggine simili al materiale ritrovato sul balcone della stanza dove, ipotizza l’accusa, Serena fu uccisa.  Per la morte della ragazza sono indagati l’ex comandante della stazione di Arce Franco Mottola di Teano, la moglie Anna, il figlio Marco, l’ex vice comandante della stazione di Arce, il luogotenente Vincenzo Quatrale, e l’appuntato Francesco Suprano.

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